«Quella conversazione è stata un grande dono, di cui saremo per sempre grati»
Il ricordo indelebile di Federico Chiolerio della telefonata del Santo Padre per ringraziarlo del disegno

Sono passati quasi dodici anni da quella sera straordinaria in cui, nella quiete di una domenica di settembre, il telefono squillò in casa Chiolerio, a Betlemme d’Italia. All’altro capo della linea c’era Papa Francesco. Un bambino di sei anni, con il cuore pieno di stupore, aveva fatto un disegno al Santo Padre. Quel piccolo gesto fu l’inizio di un dialogo umano e toccante, un ricordo che ancora oggi brilla nel cuore di chi lo ha vissuto. In questa intervista, quel bambino — oggi cresciuto — racconta l’emozione, l’insegnamento e la gratitudine per un Papa che ha saputo toccare l’anima con la semplicità.
Quella telefonata tra il Papa e Federico
Sono passati un po’ di anni dalla telefonata del Papa cosa ti ricordi di quel giorno?
«Da quel giorno sono passati quasi dodici anni, ma il ricordo di quell’avvenimento è ben nitido nella mia mente. Era una domenica sera, il 13 settembre 2013, e stavo cenando con la mia famiglia; ricordo perfettamente che squillò il telefono, mio papà rispose un po’ stranito, dato l’orario, e poi sentii pronunciare “Buonasera Santità”. In quel momento eravamo molto stupiti ed increduli, al telefono era proprio Papa Francesco e mi voleva ringraziare per un disegno che gli regalai quando andai in pellegrinaggio a Roma con la Diocesi di Ivrea. Parlammo a lungo, ci chiese cosa facevamo e delle informazioni sulla Betlemme d’Italia, la frazione di Chivasso in cui abitiamo da sempre».
Quanta emozione hai provato?
«Sicuramente la telefonata di un Papa non si riceve tutti i giorni, di conseguenza l’emozione era parecchia, indescrivibile. Parlare con lui mi ha messo comunque a mio agio poiché traspariva la sua semplicità. Questa conversazione è stata un grande dono, di cui saremo per sempre grati».
Ti ricordi ancora il disegno che avevi fatto per il Santo Padre?
«Il disegno che feci per il Santo Padre era molto semplice, da bambino di quasi sei anni; disegnai la chiesa di Betlemme con a fianco il Papa, il tutto con un’aria colorata e felice. Gli spiegammo la storia del Santuario di Gesù Bambino, da me rappresentato nel disegno».
Cosa ha rappresentato Papa Francesco per te e quale insegnamento ti ha lasciato?
«Papa Francesco è sicuramente stato molto importante per tutti noi; ci ha trasmesso dei valori significativi che dobbiamo tenere a mente tutti i giorni. Primi fra tutti l’umiltà e l’aiuto per il prossimo, perché “Nessuno si salva da solo”. Ci ha insegnato ad accogliere tutti, ascoltarsi, guardarsi negli occhi, rimanendo sempre semplici».
E oggi che non c’è più che pensiero vuoi dedicargli?
«Il pensiero che mi sento di dedicare a Papa Francesco è un grazie per tutti gli insegnamenti che ci ha lasciato e per gli esempi che ci ha trasmesso; le sue azioni sono state importanti per farci riflettere sulla nostra vita.
Quando mi telefonò ero un bambino, e lui ha dedicato una grande attenzione ai bimbi, che sono il futuro del mondo. In fondo “ Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli”, e lui, con la sua semplicità, è stato un grande uomo.
Arrivederci Papa Francesco».