La storia delle scuole nel libro di Scarafiotti
Un volume molto interessante per far scoprire lo sviluppo dell’istruzione in paese

Sabato 10 maggio si è tenuta la presentazione del libro di Guido Scarafiotti, intitolato «Le chiamavano elementari», un'opera che ripercorre la storia della scuola a Verolengo finanziato dal Comune. L'evento, accolto con grande interesse, si è svolto alla presenza del sindaco, che ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa: «È il primo libro che presentiamo. Un ringraziamento speciale va all'Ufficio Cultura e a Gianmarco Bertone per il loro supporto».
La storia delle scuole nel libro di Scarafiotti
Il libro di Scarafiotti compie un vero e proprio salto indietro nel tempo, offrendo un vivido racconto di come era la scuola cento anni fa. Un lavoro di ricerca attento e scrupoloso ha permesso all'autore di ricostruire un quadro dettagliato dell'istituzione scolastica locale, evidenziando come proprio nell'edificio che ha ospitato la presentazione si trovasse la scuola fino agli Anni Ottanta. «La scuola è cambiata sostanzialmente - ha commentato il sindaco Giachello, introducendo il tema centrale del libro».
Scarafiotti auspica ad una prosecuzione di tali attività negli anni a venire
Guido Scarafiotti ha espresso la sua gratitudine all'Amministrazione comunale per aver promosso l'iniziativa e per la creazione di «gruppi per le iniziative del paese», auspicando una prosecuzione di tali attività negli anni a venire. Ha inoltre ringraziato Piero Rosa per il suo contributo logistico, Margherita Longo per le preziose ricerche online e Fabrizio Spegis per la prefazione del libro. «Rimarrà un ricordo, una testimonianza» ha affermato l'autore con emozione. Nel corso della presentazione, Scarafiotti ha illustrato come, fino al XVIII secolo, l'istruzione fosse impartita dai sacerdoti alle famiglie più benestanti. A Verolengo, nel 1846, nacque la scuola dell'infanzia parrocchiale dedicata a don Viora. Il 1900 segnò l'istituzione delle prime scuole ufficiali: quella femminile al piano terra del vecchio comune e quella maschile in via Roma (un tempo via Alfieri). L'autore ha descritto minuziosamente gli arredi e le cartine geografiche, ancora precedenti all'Unità d'Italia. Fino al 1914, le classi erano solo tre, dopodiché i ragazzi venivano avviati al lavoro nei campi o ripetevano l'anno. Solo chi aveva le possibilità economiche poteva frequentare la quarta e la quinta elementare a Chivasso. Il libro è arricchito da fotografie storiche delle scuole e di alcune classi, e cita gli insegnanti e i libri di testo adottati in quegli anni. Un momento significativo nella storia dell'istruzione locale fu la raccolta firme del 1914 per istituire la quarta classe, a cui seguì l'istituzione della quinta. Una parte del libro si basa su una meticolosa raccolta di documenti d'archivio, mentre un'altra attinge a preziose testimonianze orali raccolte da un anonimo, che ha trascritto le parole di coloro che frequentarono le scuole tra il 1905 e il 1910. Il racconto prosegue con l'inizio del percorso, nel 1920, per la costruzione della scuola primaria in via Rimembranza. Scarafiotti evoca le gite a piedi dei bambini fino alle colline, con la loro semplice merenda, e il successivo ritorno al paese. Un capitolo è dedicato alla scuola durante il Ventennio fascista, con l'introduzione delle tessere per ottenere le razioni alimentari e, soprattutto, l'importanza dell'indottrinamento dei giovani. La presenza della radio e di programmi specifici mirava a formare ragazzi pronti a «dare la vita per la patria e il Duce».
L'autore ricorda anche la visita alla scuola dell'allora sindaco Egidio Zandarini, che chiese l'aiuto della popolazione definendo la scuola un «tempio sacro».