Il caso

Sanità Pubblica, esodo di medici e infermieri

A lanciare l’allarme è stato nei giorni scorsi il gruppo regionale del Partito Democratico, immediata la replica di Cirio e Riboldi.

Sanità Pubblica, esodo di medici e infermieri
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Esodo dalla sanità piemontese di medici, infermieri e Oss. Un esodo che avrà riflessi pesanti per i cittadini. A lanciare l’allarme è stato nei giorni scorsi il gruppo regionale del Partito Democratico, dopo aver fatto un lavoro accurato di raccolta dati.

Sanità Pubblica, esodo di medici e infermieri

"A fronte di 909 cessazioni ci sono state solo 711 assunzioni di medici con un saldo negativo di -198». La conseguenza è che c’è stata un aumento del ricorso ai gettonisti e agli straordinari che impongono ritmi di lavoro inumani".
Anche nella nostra Asl, la To4, si registra un saldo negativo di medici.

La replica della Regione

Di diverso avviso sono il presidente della Regione Alberto Cirio e il suo assessore alla sanità Federico Riboldi: «Al 31 dicembre 2024, l’Osservatorio ha certificato che nella sanità piemontese lavorano 57.939 persone, ovvero 1.455 in più rispetto a giugno 2023 (quando erano 56.484). Facciamo notare che nel 2018, quando governava il centrosinistra – secondo i dati del Conto annuale Mef e Opessan, ovvero la banca dati regionale – lavoravano nella sanità piemontese 54.381 persone, ovvero 3.558 in meno rispetto a fine 202.
L’aggiornamento trimestrale al 31 marzo – che sarà oggetto della prossima riunione dell’Osservatorio - certifica poi che questo numero è ancora cresciuto.

In particolare nella sanità piemontese al 31 marzo lavorano 58.086 persone, 147 in più rispetto a dicembre. In sintesi, rispetto a giugno 2023, nella sanità piemontese lavorano 1602 persone in più. Si tratta di assunzioni al netto del turno over, ovvero persone aggiuntive rispetto a quelle che sono state assunte per coprire i posti di chi è andato in pensione.
Tra quei 1.602 in più, ci sono 304 medici e 798 tra Oss e infermieri. Oltre a un grave difetto aritmetico, il Pd dimostra anche una conoscenza carente degli strumenti giuridici».

L'affondo del PD

Ma non ci sta il Pd: «Quelli che non sanno fare i conti, ma con la realtà, sono Cirio e Riboldi. Di fronte ai dati ufficiali forniti dai direttori generali delle ASL il Presidente Cirio continua a negare l’esodo di personale dalla sanità pubblica piemontese e l’aumento dei contratti a termine. Lo fa rifiutando ancora una volta di prendersi la responsabilità di affrontare i problemi», replica il segretario regionale del PD Piemonte Domenico Rossi alle dichiarazioni del presidente Cirio e dell’assessore Riboldi.

«Il presidente e l’assessore scelgono di non fare distinzione tra contratti a tempo determinato e indeterminato nella loro comunicazione per non ammettere la precarizzazione della sanità piemontese. I numeri che abbiamo presentato sono stati forniti direttamente dalle aziende sanitarie e da quelle ospedaliere. Se i dati dell’Osservatorio soddisfano davvero Cirio, allora c’è un problema ancora più grave: o non ascolta i suoi stessi dirigenti, oppure ha scelto consapevolmente di voltare le spalle a chi manda avanti la nostra sanità con fatica e dedizione» incalza il vicepresidente della Commissione sanità, Daniele Valle.

«A proposito di numeri… ricordiamo che la giunta Cota, di cui Cirio era assessore, ha provocato il dissesto dei conti della sanità regionale. Il centrosinistra, con la giunta Chiamparino ha risanato i debiti e rilanciato la sanità piemontese che ora la maggioranza sta portando nuovamente in piano di rientro» ricorda Valle.

«Io credo che sia ora di avere un po' di onestà intellettuale. La giunta Chiamparino si è assunta la responsabilità di non commissariare questa Regione ma di far sì che il sistema sanitario andasse avanti con le proprie gambe.... Io credo che un'operazione verità sia giunto il momento di farla e sia giunto il momento anche poi però di smetterla di attribuire responsabilità a chi non le ha», conclude la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Gianna Pentenero.

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