Sacerdote adotta una donna e lei svuota i conti della parrocchia
Non c’era praticamente distinzione tra i beni personali del don e quelli della chiesa

Un anziano sacerdote che adotta una donna, per quanto da anni sua collaboratrice, è già di per sé una notizia «curiosa», notizia che nelle intenzioni del religioso avrebbe dovuto restare «segreta» fino al momento dell’addio.
Sacerdote adotta una donna
Ma quando di mezzo ci sono i soldi (tanti, tantissimi soldi) è noto a tutti che non servano giornali per scatenare la curiosità delle persone. Ma andiamo con ordine.
Siamo in Comune della Collina di Chivasso, territorio diviso tra le Diocesi di Torino e Casale Monferrato, Comune dove da tempo si inseguono voci sulla (quasi disastrata) condizione economica della parrocchia.
Che il reverendo, nella sua lunga vita, abbia aiutato moltissime persone è cosa nota a tutti (dal piccolo prestito per pagare le bollette a un aiuto per spese scolastiche o sanitarie), ma nessuno avrebbe anche solo immaginato che avrebbe adottato con tutti i crismi una donna, provvedimento concretizzatosi un paio di anni fa.
E lei svuota i conti della parrocchia
Da allora, da «figlia», la signora avrebbe iniziato ad agire legalmente sul conto corrente del sacerdote - padre, effettuando una serie di giroconti che di fatto hanno svuotato le casse della parrocchia: dal punto di vista economico, infatti, si può parlare di una situazione coincidente tra le due figure.
Non ci sarebbe stata, in parole povere, una distinzione netta tra il patrimonio personale del don (stipendio, donazioni...) e quello della chiesa che era chiamato ad amministrare: tutto o quasi sarebbe finito in un solo calderone, da cui attingere in caso di necessità.
Si tratta comunque di cifre importanti, nell’ordine delle parecchie centinaia di migliaia di euro, un «tesoretto» costruito negli anni anche grazie al «cuore» della comunità
In paese, da tempo, non si parla d’altro, e c’è chi senza perdere tempo ha anche cercato (invano) un contatto con la Diocesi per tentare di salvare il salvabile: «Abbiamo moltissime chiesette bisognose di restauri - ci ha raccontato un fedele - senza dimenticare le cose che con quei soldi potremmo fare per i giovani e per gli anziani. Spero che qualcuno si metta una mano sulla coscienza».
Il problema è che, dal punto di vista legale, non sembrano esserci gli estremi per procedere contro la donna, che da «figlia» starebbe semplicemente e legittimamente utilizzando i beni del «padre».
A questo punto non resta che attendere eventuali mosse della Curia (o un intervento della «Divina Provvidenza» tanto cara al sacerdote) con la consapevolezza che sul conto, ormai, potrebbero essere rimaste solo le briciole.