Pellegrinaggio

900 chilometri in tandem: pellegrinaggio da Chivasso a Roma

L'avventura dei chivassesi Luca Morandi e Michele Rosso, non vedente: "Il nostro viaggio portatore di un messaggio di sensibilizzazione".

900 chilometri in tandem: pellegrinaggio da Chivasso a Roma
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I chivassesi Luca Morandi e Michele Rosso hanno portato a termine, giovedì 19 giugno, la loro missione: raggiungere la Città Eterna in tandem.

900 chilometri in tandem: pellegrinaggio da Chivasso a Roma

Domenica 8 giugno la fotografia con lo sfondo del Duomo e via verso Roma. Non un viaggio per tutti quello che i due amici hanno affrontato: oltre 900 chilometri percorsi in tandem lungo la via Francigena.
Entrambi chivassesi, rispettivamente classe '66 e '69, i due hanno iniziato ad andare in bici in tandem nel 2012: «Era l'unico modo - ha commentato Luca - dato che Michele è non vedente. L'iniziativa è stata proprio sua: cercava una guida e mi sono fatto avanti, da lì non abbiamo più smesso, onorando un'amicizia che non è solo legata alla bicicletta ma che è fondata sulla grande passione per lo sport che ci accomuna.
Siamo partiti con la prenotazione per un posto letto per le sole prime tre notti dopo di che abbiamo deciso giorno per giorno dove pernottare: in quanto pellegrini ci siamo fermati negli ostelli e nelle strutture apposite, gestite non solo dalla Chiesa ma anche da volontari e associazioni.
Abbiamo percorso una media di 100 chilometri al giorno ma il caldo, le salite, il peso del bagaglio sempre al seguito e i vari disguidi incontrati lungo il percorso ci hanno fatto rimodulare le distanze giornaliere, anche nell'ottica di ripartire al meglio il giorno dopo».

Un messaggio di sensibilizzazione

«Il nostro viaggio - ha continuato Michele - ha l'obiettivo di farci condividere un'esperienza importante ma vuole anche essere portatore di un messaggio di sensibilizzazione. Spero infatti che le persone normodotate capiscano che non ci sono barriere se non nella nostra testa e che coloro che sono in difficoltà si convincano che possono fare molto di più che non stare a casa o trascorrere il proprio tempo sui social. Certo, è un viaggio che ci mette di fronte alla grande sfida dell'uscire dalla “comfort zone” e di affrontare uno per uno gli ostacoli che il percorso ci mette davanti.
Io, poi, in quanto non vedente mi ritrovo davanti agli stessi ostacoli fisici di Luca: non è la disabilità visiva che mi dà difficoltà ma anzi mi permette di vivere delle sensazioni particolari. Luca mi racconta il paesaggio e io lo vivo tramite le sensazioni che vanno oltre la vista, gustandomi i rumori, i profumi e le piccole soddisfazioni che ogni giorno ci gratificano tanto».
Melissa Bertaina

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