Chivasso Rinasce, Spazi che uniscono»: progetto di Riva Cambrino
Un piano per rigenerare lo spazio pubblico (e per combattere il degrado) con partecipazione, inclusione e cultura

Non ci sono slogan, né promesse facili. Piuttosto, c’è una visione: costruire una città più giusta partendo dai suoi spazi, dai suoi quartieri, dalle persone che la abitano.
Si chiama «Chivasso Rinasce – Spazi che uniscono» il piano proposto da Marco Riva Cambrino, socialista, per affrontare con coraggio e concretezza le sfide della convivenza urbana.
Chivasso Rinasce, Spazi che uniscono»: progetto di Riva Cambrino
È una proposta nata dal basso, osservando quello che accade ogni giorno sotto gli occhi di tutti: il degrado della stazione, la crescente sensazione di insicurezza in alcune zone, il disagio giovanile lasciato spesso senza risposte, gli spazi pubblici vissuti come problemi da svuotare invece che come luoghi da rigenerare.
«Non possiamo limitarci ai divieti e alle ordinanze - spiega Riva Cambrino - non basta dire “vietato”, serve tornare a dire “costruiamo insieme”. La sicurezza non si impone, si genera attraverso la fiducia e la presenza pubblica».
Un Piano per la Convivenza Urbana
Il cuore della proposta è un Piano per la Convivenza Urbana. Niente ricette magiche, ma un percorso fatto di ascolto, interventi mirati, progetti condivisi.
L’idea è quella di mappare insieme ai cittadini le criticità urbane, attivare presìdi di comunità nei quartieri più esposti, promuovere attività culturali serali e – soprattutto – far tornare le persone a vivere la città con fiducia.
Tra Stazione e Movicentro
Nel racconto di Riva Cambrino, due luoghi simbolici di Chivasso diventano punti di partenza per questa rinascita: la stazione ferroviaria, oggi percepita da molti come una zona grigia, e l’area attorno alla biblioteca MoviMente, che un tempo era un presidio culturale e oggi sembra essersi spenta.
«Dobbiamo riaccendere questi luoghi, renderli vivi, visibili, attraversati da cultura e partecipazione. Non basta pulire o controllare, bisogna dare senso e funzione ai luoghi».
Tra le proposte più originali c’è anche l’introduzione del Sindaco della Notte, una figura di coordinamento, mediazione e ascolto per gestire con intelligenza e equilibrio la vita urbana nelle ore serali.
Piano cittadino per l’inclusione e la partecipazione
Nel programma c’è anche un Piano cittadino per l’inclusione e la partecipazione, pensato per rilanciare il ruolo delle politiche sociali e giovanili.
«I giovani - prosegue - non hanno bisogno di eventi spot, ma di spazi stabili, di fiducia, di possibilità. E le persone fragili non devono sentirsi sole. Una città che si prende cura è una città più forte per tutti».
Spazio anche al sostegno al commercio di prossimità, spesso lasciato solo o trattato come problema. Invece, piccoli negozi, minimarket e bar possono diventare presìdi sociali, se messi nelle condizioni di lavorare bene, con regole condivise e un dialogo stabile con l’amministrazione.
Il messaggio finale è chiaro: Chivasso ha bisogno di una nuova cultura politica. Una politica che non si accontenti di gestire i problemi, ma abbia il coraggio di costruire soluzioni.