Sarebbe un agguato vero e proprio quello avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato 20 settembre nei giardinetti di via Po, a pochi passi dal centro di Chivasso.
Si ritrovano al Parco e picchiano il «bullo»
Stando alle prime informazioni raccolte, un ragazzino di origine nordafricana (molto conosciuto in città e definito dai suoi coetanei come un vero e proprio «bullo», se non addirittura «maranza» per il comportamento spesso spavaldo e sopra le righe) sarebbe stato invitato in via Po, per un «chiarimento», da una quindicina delle sue «vittime».
Le botte e il silenzio
A questo punto, però, il baby bullo sarebbe stato picchiato da almeno un paio di altri minorenni (pochi comunque i giorni di prognosi, non più di cinque) poi fuggiti prima dell’arrivo di tre o quattro pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Chivasso.
Una vendetta in piena regola, che si spera però non porti ad una scia di altri episodi poco edificanti.
Ai militari il ragazzino non avrebbe fatto i nomi di chi lo ha aggredito, ma dettagli ulteriori sulla vicenda potrebbero presto arrivare dall’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza della zona.
Il bullismo è un fenomeno molto serio
In ogni caso, quanto successo sabato (per quanto umanamente comprensibile) non è certamente un’esperienza da ripetere. Quello del «bullismo» è un fenomeno molto serio, per cui è fondamentale il dialogo delle famiglie con le scuole e con le istituzioni. Mai girarsi dall’altra parte, mai far finta di nulla, ma nemmeno trasformarsi in «giustizieri della notte» con il rischio concreto di passare dalla parte del torto.