Mentre una (piccola a dire il vero) parte di commentatori ha continuato a sostenere che il giovane extracomunitario avesse le mani in tasca, o stesse guardando la vetrina (…), la fotografia da noi pubblicata nella mattinata di sabato 27 settembre ha provocato una comprensibile ondata di indignazione.
Urina in strada e molesta le donne
In quella immagine, debitamente censurata ed estrapolata da un video di una decina di secondi, si vede chiaramente l’uomo fermarsi davanti alla pizzeria «La Medina» di via Po, abbassarsi i pantaloni e urinare come se fosse la cosa più normale al mondo.
Poco prima, in piazza Noè, aveva importunato due ragazzine, minorenni, comportamento che stando alle testimonianze raccolte avrebbe poi tenuto nei giorni successivi nella zona dei viali, in via Demetrio Cosola e nell’ultimo tratto di via Torino, di fronte a piazza d’Armi.
Proprio qui, stando ad alcune testimonianze, avrebbe tentato di palpare una commerciante, afferrata per un braccio, mentre in viale Vittorio Veneto avrebbe molestato una ragazzina di sedici anni, che in piena crisi di panico è poi corsa via, in lacrime, chiedendo aiuto ad un’amica.
In via Cosola, invece, domenica mattina si sarebbe introdotto in un cortile cercando un angolo in cui espletare i propri bisogni fisiologici.
Non è certo, ma è comunque molto probabile, che sia sempre lui l’uomo scoperto nella prima mattinata di lunedì 29 settembre mentre dormiva beato all’interno di un ascensore di viale Vittorio Veneto, quasi all’angolo con via Mezzano. Sul posto, dato che chi ha lanciato l’allarme pensava fosse morto, o comunque svenuto, un’ambulanza del 118, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri.
L’allarme
Allora, che quell’uomo «non sia in bolla» è fuori discussione, ma se è vero che è malato (come ha scritto un suo connazionale in un commento su Facebook) chi di dovere deve intervenire in tempi rapidissimi in modo che sia curato nel migliore dei modi ed eviti di «far male» e (più probabilmente) di «farsi far male».
Continuare a chiudere gli occhi, a far finta di nulla (come è successo per mesi e mesi alla Stazione Ferroviaria di Chivasso, ora in «zona rossa» per colpa di cinque nullafacenti di cui chiunque in città conosce nome, cognome e indirizzo) non sembra essere una buona tattica, anche perché le persone che si sentono rispondere picche dalle forze dell’ordine sono le stesse che continuano a vedere la Polizia Locale (che si è storicamente sempre occupata in prima persona di contrastare il degrado cittadino) fare multe a destra e a manca per divieto di sosta.
Lavoro più redditizio, non si discute, ma come si è lasciato scappare tra i denti un esponente della Giunta guidata da Claudio Castello «Non saremo ricordati per le tante cose fatte in questi anni, ma per come abbiamo gestito la storia di piazza Garibaldi».
Ora, a quel libro nero, si può aggiungere un altro capitolo.