Mentre c’è chi, sui social, continua ad accusarci di aver montato un caso sul nulla («Aveva le mani in tasca», oppure «Stava guardando la vetrina»), il caso del giovane extracomunitario sorpreso a fare pipì, in pieno giorno, contro la vetrina della pizzeria «La Medina» di via Po, nel centro di Chivasso, si arricchisce di un nuovo tassello.
Violenza sessuale, arrestato l’uomo che faceva pipì sulle vetrine
Il giovane, infatti, pochi giorni dopo quello scatto è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Chivasso, al comando del Capitano Urbano Marrese e del Luogotenente Fabio Errica, con la pesante accusa di violenza sessuale.
Ha palpato il seno a una ragazzina
Gli inquirenti, vista la delicatezza del caso (su cui sta lavorando la Procura della Repubblica di Ivrea), mantengono il massimo riserbo, ma stando ad alcune testimonianze il giovane, di nazionalità nigeriana, mentre camminava lungo viale Vittorio Veneto si sarebbe avvicinato ad una ragazzina palpandole il seno.
Immediata la richiesta di intervento al 112, che ha inviato sul posto tutte le pattuglie disponibili. Accompagnato in caserma per le formalità di rito, l’extracomunitario (che è entrato in Italia da Lampedusa e gode della protezione internazionale per motivi politici) è stato trasferito in carcere ad Ivrea a disposizione della Magistratura, in attesa dell’udienza di convalida e della perizia psichiatrica.
La perizia psichiatrica
Come avevamo già scritto la scorsa settimana, infatti, che quell’uomo «non sia in bolla» è fuori discussione, ma se è vero che è malato (come aveva scritto un suo connazionale in un commento su Facebook) chi di dovere deve intervenire in tempi rapidissimi in modo che sia curato nel migliore dei modi ed eviti di «far male» e (più probabilmente) di «farsi far male».
I precedenti
Ripetiamo ancora una volta che continuare a chiudere gli occhi, a far finta di nulla (come è successo per mesi e mesi alla Stazione Ferroviaria di Chivasso, ora in «zona rossa» per colpa di cinque nullafacenti di cui chiunque in città conosce nome, cognome e indirizzo) non sembra essere una buona tattica, anche perché (come successo in questo caso) la situazione può precipitare in qualsiasi momento.
Già la scorsa settimana il giovane nigeriano aveva avvicinato e tentato di palpare numerose donne, ragazzine a passeggio nella zona dei viali e dell’ultimo tratto di via Torino come commesse e parrucchiere.
A questo punto, non resta che confidare nella Giustizia, e nella Sanità pubblica.