«Nella fattispecie, si ritiene la sussistenza del presupposto rappresentato dalla necessità di evitare gravi ripercussioni socio-economiche». Con queste parole, in puro linguaggio burocratico, la Sezione Terza Quater del Tar del Lazio ha accolto buona parte del ricorso presentato dalla FIAPI (Federazione Italiana Ausili per Ipovisione) di cui i chivassesi Pietro e Luca Cena (della Tecnicornea di Torino) sono stati tra i promotori.
Ausili alla vista, vittoria al Tar di «Tecnicornea»
Dal 1999 al 2025, un assistito con invalidità e necessità di protesi oculari, lenti a contatto o occhiali, presentava una richiesta all’Asl, otteneva un importo e successivamente poteva rivolgersi ad aziende convenzionate che fornivano il dispositivo in questione.
Dal gennaio 2025, però, la riforma del Nomenclatore (di cui si parlava dal 2027) ha cambiato le cose creando non pochi problemi all’utenza, e si parla di una trentina di persone solo a Chivasso. Ad esempio, se prima di gennaio per una lente oftalmica sferica il rimborso era di 63.06 euro, successivamente la cifra è scesa a 16.90 euro. Inutile ricordare come negli anni il costo delle materie prime sia cresciuto, e non di poco.
Questo vale anche per i dispositivi elettronici per ipovedenti: un invalido un occhiale magari lo paga, ma un ingranditore con sintesi vocale da 600 / 3000 euro quasi sicuramente no.
Gli incontri con il Ministero e il ricorso
In prima battuta Tenicornea si è mossa direttamente con il Ministero, per avere informazioni, finendo poi per fornirle. Una collaborazione che si è conclusa quando sono stati fatti esempi specifici.
«Per noi – spiega Pietro Cena – è diventata una questione di principio. Prima mi dici che ho ragione e poi mi chiudi le porte in faccia? Ad un certo punto ci siamo trovati di fronte ad un muro: nessuno si è più fatto sentire, né da Roma né dalla Regione.
A quel punto ci siamo uniti con aziende molto più grandi di noi, come Eschenbach e Fonda, ed abbiamo dato vita alla FIAPI presentando un ricorso. Ora il Tar ci ha dato ragione, stabilendo che entro un anno debba essere ripresentato il nomenclatore».