prevista almeno una sfilata

Carnevale 2026 « light»: L’Agricola prova a salvare comunque la festa

Il 6 gennaio «vivrà» con la sfilata di Abbà e Bele Tolere, capitanati da Enzo Falbo e Isabella Caruso

Carnevale 2026 «  light»:  L’Agricola prova a salvare comunque la festa

La notizia è piombata sulla città come una doccia gelida, creando non poco scalpore e malumore tra i cittadini e gli appassionati: il Carnevale Storico di Chivasso, l’evento più sentito e atteso dell’anno, si terrà nel 2026 in forma drasticamente ridotta.

Carnevale 2026 « light»: L’Agricola prova a salvare comunque la festa

La causa? La mancanza del consueto contributo economico da parte del Comune di Chivasso all’Associazione Pro Loco «L’Agricola», storica organizzatrice della manifestazione.
Nel bene e nel male, il Carnevale chivassese rappresenta l’evento più importante dell’anno, un rito che si ripete da tempo immemore con un protocollo ormai consolidato e un valore identitario fortissimo.
Salvo poche eccezioni storiche – come gli anni della Guerra del Golfo o il biennio segnato dall’emergenza Covid19 – l’evento non è mai saltato. La tradizione prevedeva che già il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, la città fosse pronta a conoscere le due figure storiche e centrali del suo Carnevale: l’Abbà e la Bella Tolera, con la loro immancabile corte. Fino alla loro apparizione ufficiale dal balcone, i personaggi venivano gelosamente tenuti «nascosti», alimentando un’attesa quasi mistica.

Quest’anno, purtroppo, non sarà così. Le ristrettezze economiche e la conseguente incertezza organizzativa hanno costretto L’Agricola ha un gesto doloroso ma necessario: congelare i personaggi già scelti per l’edizione 2026, rimandandone la nomina al 2027. Tradotto la festa si fa, ma in versione «light».
Nonostante la brusca frenata istituzionale, la Pro Loco L’Agricola ha dimostrato senso di responsabilità decidendo comunque di organizzare la festa più pazza dell’anno, sebbene, come accennato, in una «versione light». Il programma è in work in progress e soggetto a continue rimodulazioni, ma rispetto ai giorni scorsi sono emerse alcune importanti novità che salvano alcuni appuntamenti chiave.

Il 6 gennaio «vivrà» con la sfilata di Abbà e Bele Tolere, capitanati da Enzo Falbo e Isabella Caruso

La prima rassicurazione riguarda la giornata del 6 gennaio.
Non ci sarà la presentazione delle nuove maschere, ma la città sarà comunque animata grazie alla riconferma e al ritorno dei personaggi dello scorso anno. Saranno l’Abbà in carica Enzo Falbo e la sua Bela Tolera Isabella Caruso ad aprire la sfilata per le vie della città, in un gesto che simboleggia la continuità e la resistenza della tradizione. Ad accompagnarli, in un sentito omaggio alla storia chivassese, ci saranno le Bele Tolere e gli Abbà degli anni passati. Il tutto sarà scandito dalle note inconfondibili della Filarmonica, che riporterà il cuore della festa in strada. L’inno del Carnevale tornerà così a svegliare la città nel giorno dell’Epifania. Per quanto riguarda il resto del programma, al momento, sono confermati due eventi.
Sabato 31 gennaio il tradizionale Veglione di Carnevale presso il ristorante Cacciatori in frazione Rolandini, a Verolengo.
Domenica 22 febbraio la grande Sfilata di Carnevalone, il momento clou con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati.
Per ora restano congelate due sfilate tradizionali: quella di domenica 15 febbraio e la suggestiva sfilata notturna del Martedì Grasso. L’Agricola, tuttavia, tiene la porta aperta: non è detto che dal «cilindro magico» dell’organizzazione non possa uscire qualche altra sorpresa, magari grazie al supporto di sponsor privati o a una mobilitazione in extremis delle associazioni locali. L’auspicio più grande che aleggia sulla città è che nei prossimi mesi possa esserci un chiarimento risolutivo tra L’Agricola e l’Amministrazione Comunale.
Certe tradizioni, che rappresentano un patrimonio culturale e attrattivo inestimabile, devono essere salvaguardate e sostenute con convinzione. Il Carnevale di Chivasso non è solo una festa, ma un motore economico e sociale che non può essere spento.