«Come mai avete denunciato le sei discariche solo adesso? E’ l’ultima chance per bloccare il bacino?» questo quanto detto dal consigliere di minoranza Giovanni Ponchia nel consiglio comunale di mercoledì 17.
Denunciate le sei discariche: è polemica
Il riferimento è alle sei presunte discariche che gli ex consiglieri di minoranza Arcangelo Gallon e Stefano Pellegrino (oggi rispettivamente vice sindaco e consigliere di maggioranza) avevano segnalato nelle osservazioni presentate in Regione nel febbraio 2023 contro il bacino di laminazione. Tra le sei discariche individuate a nord di Montanaro emerge anche quella al di sotto del terreno previsto per la realizzazione del bacino di laminazione del rio Fossasso.
La replica del sindaco
«Abbiamo denunciato- ha dichiarato il sindaco Antonino Careri- le presunte discariche all’Asl, all’Arpa e alla Smat affinchè svolgano le verifiche del caso che sono già state effettuate in Cava Borra la quale verrà bonificata dagli inquinanti». «Vi rendete conto- ha replicato Ponchia- di cosa significhi denunciare delle discariche senza essere sicuri che esistano davvero? Si tratta di procurato allarme. Prima di fare una denuncia, bisogna svolgere delle analisi. Avete segnalato aree che si trovano sotto dei terreni e delle case private (PEC 5), sminuendone il valore. Chiederemo una commissione d’inchiesta perchè la vostra è solo una tattica per bloccare il bacino».
L’emendamento
L’emendamento presentato dalla minoranza al bilancio di previsione (bocciato perchè ritenuto non adeguato nella forma e nella sostanza) chiedeva proprio l’avvio di indagini preventive sulle presunte discariche e la recinzione delle cave Borra: il tutto finanziato dallo spostamento di 16.500 euro dal capitolo della manutenzione del verde a quello della tutela e del recupero ambientale.
«Non ci fermiamo: faremo una mozione con lo stesso contenuto» ha replicato Ponchia. Careri ha, infine, chiarito di aver saputo della discarica nell’area del bacino da un documento del Comitato di Difesa Ambientale protocollato il 27 ottobre. Una successiva ricerca negli archivi comunali ha portato ad un documento risalente al 1988 che conferma la presenza in tale zona di rifiuti solidi urbani potenzialmente inquinanti per la falda.