Migliaia di palafitte sotto il lago di Viverone, sono i resti di un villaggio dell'antichità
Le verifiche sullo stato di conservazione condotte dai carabinieri di Torino e dai subacquei di Genova
Le verifiche sullo stato di conservazione condotte dai carabinieri di Torino e dai subacquei di Genova
Ieri mattina, i carabinieri del Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Torino e del Centro Carabinieri Subacquei di Genova, in collaborazione con i reparti territorialmente competenti e il personale della Soprintendenza Archeologia del Piemonte, hanno condotto un sopralluogo sulla riva occidentale del Lago di Viverone ove è presente un insediamento palafitticolo sommerso. La specifica attività, inserita nel quadro delle attività preventive del comparto di specialità finalizzate al controllo e al monitoraggio delle aree archeologiche a livello regionale, attiene in questo caso particolare alla salvaguardia del patrimonio archeologico sommerso in conformità alle normative internazionali di tutela previste dall’UNESCO, ratificate anche dallo Stato Italiano con la Legge 157/2009, al fine di contrastare i fenomeni di distruzione e saccheggio dei siti. L’insediamento palafitticolo del lago Viverone, sito nella linea di confine tra le province di Torino e di Biella, è stato inserito, nel 2011, nella lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità”, insieme ad altre aree preistoriche dell’arco alpino. A pochi metri sotto il livello dell’acqua vi sono conservati i resti di migliaia di pali, testimonianza di un abitato risalente all’età del Bronzo. Questi rinvenimenti oltre a consentire la ricostruzione della conformazione del villaggio, sono stati utili per lo studio delle tipologie abitative in età preistorica. Durante le campagne di scavo, le prime risalenti agli anni ’70 del secolo scorso fino ai giorni nostri, hanno portato alla luce numerosi reperti che testimoniano l’importanza culturale del villaggio situato sulle sponde del lago, tra cui spiccano ritrovamenti di manufatti in bronzo e ceramica. Inoltre l’intera area del lago è inserita in una riserva naturale particolarmente pregevole anche dal punto di vista paesaggistico.
L’ispezione sarà utile pertanto alla verifica delle condizioni di conservazione del contesto e per accertare se siano avvenuti prelievi clandestini di materiale archeologico o di altre attività non autorizzate.