Caso telecamere, la minoranza: "Siamo stati presi in giro"
L'esponente di opposizione è andata su tutte le furie.

Caso telecamere. La minoranza si sente presa in giro.
Il caso telecamere
Scoppia il caso telecamere a Sciolze. Dopo il furto dei cellulari e del portafogli, la settimana scorsa, subito da una nonna che stava andando a prendere il nipote a scuola, la consigliera di minoranza Cagno aveva subito presentato un’interrogazione urgente all’attenzione dell’Amministrazione per chiedere se le telecamere fossero attive.
In Consiglio
In Consiglio è arrivata la risposta ufficiale, che ha fatto andare letteralmente su tutte le furie l’esponente dell’opposizione.
Il consigliere
«Hanno detto che a Sciolze non è attiva alcuna telecamera, la videosorveglianza non viene fatta. E’ assurdo, mi sono sentita presa in giro. Perché allora durante l’estate, quando nei pressi del polo scolastico erano stati rotti alcuni cartelli messi dal Comune, il vice sindaco Vittorio Moncalvo aveva praticamente detto che la zona era video-sorvegliata? Mi sono confrontata anche con le Forze dell’Ordine e mi sembra di avere colto l’esigenza di avere qualche impianto di video sorveglianza in funzione. Non capisco davvero a quale gioco questa Amministrazione stia giocando».