Al colloquio di lavoro con la pistola

Si è finto poliziotto per sollecitare un imprenditore a far assumere il fratello.

Al colloquio di lavoro con la pistola
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Al colloquio di lavoro con la pistola. Si è finito poliziotto per sollecitare un imprenditore a far assumere il fratello. E' successo a Castiglione.

Al colloquio di lavoro con la pistola

Diceva di essere un commissario di polizia, impiegato nell’unità antidroga, e di avere tra le mani una grossa indagine che vedeva coinvolta una nota ditta di Bosconero, il cui imprenditore risiede nel territorio di Castiglione.  Con questo «biglietto da visita», D.B., 48 anni residente a Castellamonte, si è presentato, nel pomeriggio di giovedì scorso, 25 ottobre, presso la sede dell’impresa e, durante l’incontro con il titolare, ha avanzato minacce mostrando una pistola e alcune bustine di sedicente cocaina, sostanza prelevata - a suo dire - da un festino notturno tra i locali dell’azienda. In cambio, l’uomo, chiedeva venisse assunto suo fratello gemello, di cui stava presentando il curriculum con l’obiettivo di ottenere il posto di lavoro.

La denuncia

l dirigente, la sera stessa, ha quindi denunciato l’episodio ai carabinieri della stazione di Castiglione. Su consiglio degli stessi militari, l’imprenditore ha richiamato in azienda il presunto commissario di polizia, con l’intenzione di chiedere maggiori sulla prossima assunzione al fratello. Fissata la data del nuovo colloquio per l’indomani, i carabinieri si sono fatti trovare nell’ufficio di Bosconero, dove hanno quindi bloccato l’uomo.

La perquisizione

Durante la perquisizione personale e, successivamente, quella domiciliare, i militari hanno sequestrato la pistola scacciacani utilizzata dal 48enne e una scatola di pallini cal. 8 mm, un tirapugni, una mazza da baseball, un coltello modello Rambo e tre tesserini plastificati (falsi) con la foto e le generalità dell’indagato riportante la dicitura «Unità antidroga Polizia di Stato». I carabinieri hanno quindi denunciato l’uomo in stato di libertà per tentata estorsione e usurpazione di titoli. Da ulteriori accertamenti, D.B. è risultato essere affetto da «sindrome bipolare», patologia per cui è in cura già da tempo.

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