Avis rischia di chiudere

A lanciare un nuovo appello è la presidente del gruppo collinare Giordana Martinelli.

Avis rischia di chiudere
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Avis, servono nuovi donatori per non chiudere la sezione di San Raffaele. A lanciare un nuovo appello è la presidente del gruppo collinare Giordana Martinelli.

Avis rischia di chiudere

Avis, servono nuovi donatori per non chiudere la sezione di San Raffaele. A lanciare un nuovo appello è la presidente del gruppo collinare Giordana Martinelli. L’ultimo prelievo collettivo, quello che si è svolto nella giornata di domenica 10 marzo, ha visto arrivare a donare il sangue una ventina di cittadini. Un numero superiore alle volte precedenti, ma la tendenza resta comunque in calo.

Pochi i donatori

«Su quaranta chiamate fatte - commenta proprio la presidente - si sono presentati a donare circa la metà. La necessità primaria al momento è quella di cercare di aumentare questi numeri. se si va al di sotto di un certo limite, infatti, prima c’è la possibilità che ci riducano le giornate da dedicare ai prelievi, e poi che accorpino la nostra sezione ad una più grossa, quella di Chivasso».
Un’ipotesi, quest’ultima, che il direttivo dell’associazione di San Raffaele starebbe in tutti i modi cercando di scongiurare. «Anche perché - continua ancora la presidente Martinelli - il prossimo anno cade il cinquantesimo anniversario di fondazione del nostro gruppo a San Raffaele. Dispiacerebbe davvero arrivare a questo appuntamento con la sezione chiusa».

L'assemblea annuale

La giornata «determinante» per avere notizie sul futuro dell’Avis di San Raffaele potrebbe essere quella di oggi, sabato 23 marzo, quando la presidente Martinelli parteciperà all’annuale assemblea provinciale avisina. «In quell’occasione - sottolinea - dovremmo comunque saperne qualcosa in più. Nel frattempo noi continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto, cercando di portare nuove persone a donare il sangue. Mi riferisco in particolar modo ai giovani, che dovrebbero rappresentare il futuro della nostra associazione, il ricambio per le persone più anziane, che raggiunto un certo limite d’età (65 anni per le donne e 70 per gli uomini) non possono più donare. Negli ultimi due anni abbiamo avuto 29 candidati donatori, che si sono presentati la prima volta, ma poi nessuno ha più proseguito diventando un donatore effettivo».

Le attività

Al momento l’Avis di San Raffaele effettua quattro prelievi all’anno, a tre mesi di distanza l’uno dall’altro, di norma la domenica mattina, nella sede delle associazioni, in via Ferrarese 30. «Molti ragazzi non vengono perché dopo avere fatto festa il sabato sera la domenica preferiscono dormire - puntualizza ancora la presidente -. Capisco certamente le esigenze e le prerogative dei giovani, ma dall’altra parte ci sarebbe bisogno davvero di uno sforzo. D’altronde si tratta solo di quattro volte all’anno, nulla di più».
In quasi cinquant’anni di storia l’Avis è stato un punto di riferimento non solo per i cittadini di San Raffaele. «Abbiamo volontari - aggiunge la Martinelli - che vengono anche dai paesi vicini, come Gassino e Castiglione. Da noi si trovano bene proprio perché organizziamo i prelievi nel fine settimana, per permettere a tutti di partecipare. Qualcuno ci ha già detto che nel caso in cui la sezione fosse accorpata a quella di Chivasso, difficilmente potrebbe proseguire a donare il sangue, perché normalmente i prelievi li fatto durante la settimana e oggi, in base alle nuove normative, chi dona il sangue non ha più diritto alla giornata di riposo».
Un appello ad andare a donare il sangue arriva anche dal sindaco di San Raffaele Angelo Corrù: «L’Avis per il nostro territorio rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. Cinquant’anni fa è stata fondata da un ex sindaco di San Raffaele, Borsello. E’ necessario certamente che il numero dei donatori torni ad aumentare. E’ un invito che rivolgo in particolare ai giovani. I vari direttivi che si sono susseguiti nel corso degli anni hanno portato avanti più iniziative di sensibilizzazione. Ricordo e ringrazio per esempio il presidente Bruno Giacomini».
L’auspicio, dunque, è che nell’anno del cinquantesimo di fondazione l’Avis di San Raffaele possa comunque festeggiare nel migliore dei modi, proseguendo l’attività a pieno regime».

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