Fiumi di cocaina a Chivasso: maxi sequestri
Gli uomini dell’Arma hanno condotto una serie di interventi mirati, a Torino e provincia, che si sono chiusi con importanti sequestri.
Fiumi di cocaina a Chivasso: maxi sequestri da parte dei carabinieri della stazione di Chivasso.
Fiumi di cocaina
Seicento grammi di cocaina, una pistola rubata e 32 proiettili, più di trenta mila euro in contanti.
Sono questi i numeri della lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti nel Chivassese condotta senza tregua dai carabinieri della Sezione Operativa di Chivasso, coordinati dal Capitano Luca Giacolla (comandante della Compagnia) e dal Luogotenente Leonardo Luchena.
Gli interventi
Da gennaio ad oggi, in meno di sei mesi, gli uomini dell’Arma hanno condotto una serie di interventi mirati, a Torino e provincia, che si sono chiusi con importanti sequestri.
Nel corso di un intervento è stata sequestrata anche una pistola calibro 6.35 (rubata) con 32 proiettili. Era nella disponibilità di un italiano classe 1965, residente a Torino, beccato con 170 grammi di cocaina e sei mila euro in contanti.
Lui, come tutti gli altri spacciatori finiti nella rete dei carabinieri di Chivasso, sono sospettati di essere nuove figure nel mondo del traffico di stupefacenti, ruoli intermedi tra il «pesce grosso» e i «pesci piccoli» incaricati di piazzare la singola dose, praticamente a domicilio.
Delle specie di grossisti che, da Torino, portano a Chivasso la droga che poi finisce nelle tasche di decine e decine di insospettabili trentenni. Questa, infatti, l’età media dei consumatori di questo tipo di stupefacente, mentre minorenni e neo maggiorenni utilizzano quasi esclusivamente marijuana e hashish. Numeri importanti, se sei pensa che sono almeno due a settimana (100 all’anno) a finire nei guai come consumatori, magari dopo essere stati bloccati per un normale controllo stradale.
Gli spacciatori
A Chivasso e nel Chivassese si muoverebbero quindi numerosissimi «micro» spacciatori, che in caso di controlli con sé hanno la sola dose che stanno per consegnare al cliente. Sparite, di conseguenza, anche le vecchie «zone di spaccio» come la stazione ferroviaria o l’area del Movicentro. Uno stratagemma che riduce rischi e conseguenze, ma non rende meno importante il fenomeno. Fino a qualche anno fa erano loro stessi a raggiungere le piazze torinesi per rifornirsi, ora quella figura in più individuata dai carabinieri rende, se possibile, più facile il loro lavoro.