Norma salva-scuolabus ferma per la crisi di Governo

Il presidente Uncem: "Rimaniamo in attesa, sospesi, e senza troppa fiducia".

Norma salva-scuolabus ferma per la crisi di Governo
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La crisi di Governo mette in dubbio anche la norma salva-scuolabus che ora è ferma e rischia di non essere pubblicata sulla gazzetta ufficiale come promesso entro il 28 agosto.

Norma salva-scuolabus ferma

“Sulla norma ‘salva scuolabus’, contenuta nel Decreto scuola, pesa la crisi di Governo – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – Il Decreto è stato approvato ‘salvo intesa’ nel Consiglio dei Ministri. La questione dei precari della scuola da assorbire nelle piante organiche non ha infatti messo d’accordo le due forze di Governo. Così anche la norma scuolabus, che modifica il decreto legislativo 63 del 2017, rischia di morire prima di nascere. E di non andare in Gazzetta Ufficiale il 28 agosto come annunciato da diversi Parlamentari”.

L’amarezza di Bussone

“Uncem lo aveva detto, qualche giorno fa: risultato raggiunto sì, ma aspettiamo l’intesa prima di cantare vittoria – continua Bussone – aspettiamo la pubblicazione del Decreto e la sua conversione. C’eravamo arrabbiati nei giorni scorsi perché in Parlamento, prima del mese e mezzo di ferie fissato dai Presidenti delle Camere, non si era intervenuto su una norma che riguarda migliaia di piccoli Comuni, in particolare montani, che sarebbero di fatto impossibilitati a cofinanziare o finanziare interamente lo scuolabus”.

“Tutto fermo, ancora una volta”

“Rimaniamo in attesa, sospesi, e senza troppa fiducia alla vigilia di una settimana nella quale si capirà che fine fa il Governo. E anche il Decreto Scuola – conclude il presidente Uncem – Ancora una volta, le autonomie locali sono appese, per una questione non certo banale, ai litigi politici di rappresentanti eletti. La democrazia, le esigenze concrete del Paese, delle famiglie in questo caso, degli Enti locali, delle imprese, restano nel limbo delle polemiche, delle contrapposizioni, della mancanza di visione e di futuro. Tutto fermo, ancora una volta. Mentre noi, Comuni, piccoli, montani, efficaci e senza debiti, i servizi continuiamo a garantirli, allo sviluppo locale vogliamo continuare a pensare, a lavorare. Con un vuoto di potere centrale, con una mancanza di politica e politici, che di certo non fa bene all’Italia vera, delle comunità, delle aree interne e montane. Stiamo a vedere che succede. Ma oggi, sugli scuolabus e i bilanci comunali, dopo le sentenze della Corte dei Conti, non siamo affatto tranquilli”.

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