Polveri sottili, respiriamo aria avvelenata

Ecco i dati relativi a tutto il chivassese

Polveri sottili, respiriamo aria avvelenata
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Ecco i dati relativi a tutto il chivassese

Occhio non vede, cuore non duole. E in questi giorni di inizio primavera che cosa vediamo? Il sole che splende, il cielo sereno, le prime fioriture degli alberi: quale occasione migliore per uscire a prendere una boccata d’aria? I nostri occhi non vedono nulla di pericoloso e quindi non ci preoccupiamo. Peccato che quella boccata d’aria sia avvelenata. Non c’è la nebbia o il cielo grigio dell’inverno ma le polveri sottili sono a livelli pericolosi.
Nel grafico i livelli di PM10 di un giorno preso ad esempio (il 16 Marzo) mostrano concentrazioni da brivido in tutti i Comuni del Chivassese: il doppio del limite europeo e 5 volte quello fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Proprio perché sono microscopiche non vediamo le polveri sottili ad occhio nudo come invece vediamo i cumuli di rifiuti di una discarica o ad esempio la polvere recentemente fuoruscita dai camini della centrale. In questi casi vediamo e giustamente ci allarmiamo. Invece le polveri sottili non ci preoccupano perché non le scorgiamo e quindi non percepiamo il pericolo: appunto occhio non vede, cuore non duole.
E facciamo male perché questo nemico invisibile è molto più subdolo e pericoloso: gli effetti documentati sono malattie cardio-vascolari, asma, bronchiti, malattie polmonari ostruttive e cancro al polmone. Se non vediamo le polveri sottili, come cittadini e come politici sappiamo però che all’80% la causa è il traffico e per giunta, a prescindere dal tipo di carburante, l’auto produce polveri sottili anche con i pneumatici ed i freni.
Il problema è il numero esagerato dei veicoli in circolazione: sulle strade del Chivassese ne transitano decine e decine di migliaia ogni giorno ed ognuno macina chilometri su chilometri producendo tonnellate di polveri sottili. D’accordo che l’auto è uno status symbol e provare a limitarne l’uso è assolutamente impopolare e nessun politico anche il più ambientalista osa infrangere questo tabù, ma possiamo continuare a rovinarci la salute e a compromettere soprattutto quella dei bambini?
La prevenzione delle malattie va fatta limitando le cause che le scatenano e qui si tratta di ripensare la mobilità e considerare che non possiamo più permetterci l’abuso dell’auto.
Il trasporto pubblico deve essere un’alternativa che la politica deve offrire come principale strumento di mobilità e che il cittadino deve imparare ad usare.
Anche e soprattutto nel Chivassese. Perché, come detto, la «mal’aria» uccide e quindi bisogna cercare di limitare le immissioni di polveri sottili.

 

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