Laura, mamma al tempo del Covid19: parto negato a Chivasso
Avrebbe voluto partorire in quell’ospedale che già conosceva, lì dove solo quattro anni prima aveva messo al mondo la sua primogenita, Celeste.
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Avrebbe voluto partorire in quell’ospedale che già conosceva, lì dove solo quattro anni prima aveva messo al mondo la sua primogenita, Celeste. Ma nulla, il Covid19 le ha impedito di far nascere il piccolo Federico a Chivasso.
Laura, mamma al tempo del Covid19
Avrebbe voluto partorire in quell’ospedale che già conosceva, lì dove solo quattro anni prima aveva messo al mondo la sua primogenita, Celeste. Ma nulla, il Coronavirus le ha impedito di far nascere il piccolo Federico a Chivasso.
«Mi avevano programmato un parto indotto all’ospedale di Chivasso - racconta Laura Arfinengo - ma pochi giorni prima mi hanno comunicato che avrei dovuto cambiare nosocomio. Così mi sono consultata con la mia ginecologa e abbiamo optato per il Sant’Anna a Torino.
Il cambio dell’ospedale mi ha provocato un po’ d’ansia perché a Chivasso mi ero trovata bene e conoscevo già una parte del personale. Comunque anche a Torino mi sono trovata bene se non che il problema dell’arrivo in ospedale non è stato indifferente visto che mio marito non guida. Ma ce l’abbiamo fatto.
Federico è nato alle 6.08 di martedì 14 aprile, dopo un lungo travaglio. Al parto ha potuto assistere mio marito Alessandro che poi, dopo il pelle a pelle, ha dovuto salutarci. Questo è un aspetto che non mi è piaciuto, il fatto che sino a venerdì non ha potuto vederci, e soprattutto il fatto che Celeste ha potuto conoscere suo fratello solo tre giorni dopo la nascita. Nel reparto di ginecologia, infatti, Alessandro non è mai potuto salire, neanche quando sono arrivata in ospedale mi ha potuto accompagnare in stanza. E’ stato tutto molto strano. E poi il fatto che tutte noi mamme dovevamo avere la mascherina faceva impressione».
Divisa dalla sua famiglia
«Mi sono sentita sola in quei giorni - racconta Laura - perché con me non c’era nessuno con il quale condividere la gioia della nascita di Federico. Se penso a Celeste che chiedeva insistentemente di vedere il fratellino non dallo schermo di un telefono mi rattristo. Lei aveva tanta voglia di conoscerlo. E così anche se penso ai miei suoceri, che abitano a Verolengo (a pochi chilometri da noi) che ancora non hanno potuto vederlo dal vivo».
Ma Laura in quei giorni ha vissuto anche con tanta paura, paura che il suo bimbo potesse prendere il virus: «Ci sono persone che sono asintomatiche, dunque che non sanno, se non fanno il tampone, di essere positivi. Ho temuto per questo ma stiamo bene. E’ andato tutto per il meglio e ora non vedo l’ora di poterlo far conoscere ai miei cari, ai miei parenti ma anche agli amici che ancora oggi si devono accontentare di vederlo in foto o in qualche video chiamata».
Mamma Laura ha superato un momento difficile e ora ha il suo gioiello, Federico.
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