Scuola, a rischio la prima elementare
Era il 2017 quando Rondissone aveva rischiato la cancellazione del primo anno della scuola media.
Era il 2017 quando Rondissone aveva rischiato la cancellazione del primo anno della scuola media. Oggi, tre anni dopo, il problema si ripropone. Questa volta a rischiare è scuola elementare.
Scuola, a rischio la prima elementare
Era il 2017 quando Rondissone aveva rischiato la cancellazione del primo anno della scuola media. Una scelta che il Provveditorato degli Studi aveva annunciato a causa del basso numero di iscritti all’anno scolastico. Un problema che era stato superato dall’Istituto Comprensivo insieme all’Amministrazione comunale e il grande impegno di Gianna Pentenero, all’epoca dei fatti assessore regionale all’istruzione. Oggi, tre anni dopo, il problema si ripropone. Questa volta a rischiare è la primaria. Infatti, per l’anno scolastico 2020/21, i bambini iscritti al primo anno di scuola elementare sono 11, dunque un numero non sufficiente, in un periodo però normale, cioè fuori dall’emergenza Coronavirus.
La mossa della dirigenza e dei sindaci
Al momento si tratta solamente di una comunicazione ufficiosa tra gli uffici di Torino e la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Verolengo che però non intende rilasciare alcuna dichiarazione.
Ma nonostante si tratti solamente di una comunicazione ufficiosa, senza nulla di scritto, la dirigenza in accordo con i sindaci dei tre Comuni ha deciso di scrivere una lettera al Provveditore dove spiegano l’inaccettabilità di questa decisione.
Sul caso interviene il sindaco di Rondissone, Antonio Magnone: «Noi andiamo avanti a fare le nostre richieste necessarie. In questo momento di emergenza non vedo l’utilità e il motivo di questo. Noi continuiamo il nostro percorso, cioè di richiedere la prima elementare a Rondissone».
"Il momento meno opportuno"
Il consigliere regionale Gianluca Gavazza, subito avvisato della questione spiega: «Non so con quale alchimia sia stata gestita questa notizia. Ritengo che sia il momento meno opportuno per andare a prendere dei ragazzi e spostarli in un altro paese, optare per una scelta che va contro il distanziamento sociale perché si vanno ad aggiungere alunni in classi già numerose nel periodo del Covid».
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