Il Comune di Cigliano fa marcia indietro sull'accattonaggio
Era il luglio scorso quando Marchetti aveva firmato l'ordinanza.
Il Comune di Cigliano guidato dal sindaco Diego Marchetti fa marcia indietro sull'accattonaggio dopo l'intervento di Avvocato di strada.
Il sindaco vieta l'accattonaggio
Proprio un anno fa, il primo cittadino di Cigliano Diego Marchetti seriamente preoccupato della situazione che da tempo si viveva in paese, ha deciso di pubblicare un’ordinanza da lui stesso firmata dove vieta ogni forma di accattonaggio, a chiunque. All'epoca Marchetti aveva spiegato:
«Dopo le ripetute segnalazioni con le quali la popolazione lamentava l’incremento della presenza di persone dedite all’accattonaggio nei giorni di mercato, vicino alle attività commerciali, ai luoghi di culto e cura ho deciso di emettere questa ordinanza. Tutto questo per garantire maggiore sicurezza e vivibilità ai miei concittadini che oggi, invece, vicino questa forte situazione di disagio. Dunque su tutto il territorio ho posto questo divieto, in un qualsiasi posto pubblico o aperto al pubblico».
Ho dovuto adottare questa ordinanza perché sono stati i cittadini di Cigliano a chiedermela La gente continua a lamentarsi e non è importante il colore della pelle di queste persone. Nessuno deve chiedere l’elemosina e così, in base alla Legge Minniti poi rivista anche dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ho emanato questa ordinanza simile a quella già adottata anche a Trino dal sindaco Daniele Pane. Io, e lo dico con fierezza, faccio gli interessi del mio paese, della mia gente non delle cooperative. E non mi interessa cosa penseranno tutti i buonisti che ci sono, io ho scelto questa strada per il bene del paese perché non è giusto vivere in uno stato di insicurezza».
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Il Comune fa marcia indietro
Su questa ordinanza però era intervenuta l'associazione Avvocato di strada che oggi commenta così la scelta del sindaco:
«Il Comune di Cigliano, che voleva vietare ogni forma di accattonaggio, anche quello non molesto, ha ritirato l’ordinanza contro cui Avvocato di strada ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica. Una vittoria per la nostra Associazione e per tutti coloro che si impegnano a dare voce a chi voce non ha. Multare chi chiede l’elemosina senza dare fastidio a nessuno perché vive in una condizione di estremo disagio economico non è umano, ed è anche contro la legge. Secondo i nostri legali l’ordinanza emessa dal Comune di Cigliano presentava alcuni aspetti di criticità e per questo, come già fatto in altri territori, lo scorso settembre abbiamo deciso di impugnare l’ordinanza e di presentare un ricorso straordinario al Capo dello Stato. Un ricorso che non è arrivato a conclusione proprio perché il Comune di Cigliano, evidentemente resosi conto dell’illegittimità dei propri atti, nel frattempo ha ritirato l’ordinanza. Uno dei nostri obiettivi, con la nostra azione, è di sensibilizzare cittadini e istituzioni sui temi dei diritti in relazione a povertà ed esclusione sociale. Facciamo questo non solo attraverso atti legali, ma anche con pubblicazioni, progetti, convegni e corsi di formazione. Siamo dunque felici di aver contribuito anche in questo caso a far tornare sui propri passi l’amministrazione comunale e a ristabilire la vera legalità: quella che rispetta i diritti di tutti, anche dei più deboli. Il ricorso contro il Comune di Cigliano è stato un chiaro esempio di come fare rete sia il modo migliore per poter tutelare i diritti degli esclusi.
Dietro questa vittoria ci sono molte persone che hanno lavorato insieme, ciascuno dando un contributo essenziale: chi ha segnalato la violazione del diritto, chi ha studiato le carte, chi ha raccolto le firme, e così via: tutti hanno portato un mattone e insieme abbiamo costruito un muro a difesa di chi non ha voce».