Cassa integrazione in LivaNova, i sindacati: "Non è colpa del Covid19"
I sindacati ancora non hanno ottenuto l’incontro con l’azienda nonostante le numerose richieste.
LivaNova con un comunicato ha annunciato il perpetuare di una Cassa integrazione, quella autorizzata dal Decreto Cura Italia del Governo Conte. Una comunicazione che ha allarmato i sindacati che ancora non hanno ottenuto l’incontro con l’azienda nonostante le numerose richieste, ancora precedenti alla nota.
Cassa integrazione in LivaNova
LivaNova con un comunicato ha annunciato il perpetuare di una Cassa integrazione, quella autorizzata dal Decreto Cura Italia del Governo Conte. Una comunicazione che ha allarmato i sindacati che ancora non hanno ottenuto l’incontro con l’azienda nonostante le numerose richieste, ancora precedenti alla nota.
Sulla questione interviene uno degli attori che sin dall’inizio della crisi, che si è aperta lo scorso autunno, ha sempre seguito il caso, passo dopo passo, addirittura in certi casi anticipando le scelte dell’azienda.
I sindacati
«Noi non siamo stati interpellati come sindacato. - spiega Gigi Guasco, sindacalista della Uil - L’azienda ha incontrato, solo dietro a insistenti richieste, le Rsu. Durante questo incontro è emerso in maniera eclatante che la situazione dell'azienda che, in poche parole, è ridotta male. Loro hanno comunicato che nei primi sei mesi hanno avuto una perdita del 50 per cento rispetto a quanto era stato preventivato. Il problema dell'azienda non è dunque il Covid19, certo questo ha influito su alcune questioni, ma non è il motivo principale perché se si ha una perdita della metà del preventivato vuole dire che il problema è il gruppo dirigente che deve essere riqualificato. Comunque il problema non si risolve con due incontri con le Rsu».
Il futuro?
Ma come fa sempre Guasco non guarda solo al breve periodo, guarda un po’ più in là e certamente non vede quel sereno che in tanti sognano dopo la tempesta: «Il problema è “cosa succederà una volta che finirà l'utilizzo della Cig?”. La Cig è stata certamente utile sino ad ora per evitare situazioni drammatiche. Ma quando questa finirà? Noi abbiamo fatto richiesta di incontri con l'azienda ma abbiamo chiesto ai nostri nazionali di fare un ragionamento complessivo per capire dove si va a parare, cosa succederà quando la situazione diventerà complessa. A settembre cosa accadrà? Dopo gli strumenti Covid19, visti i numeri, una grossa fetta di personale è in cassa integrazione ad oggi (300 persone, numeri che vanno ben oltre l'ipotesi degli 83 licenziamenti). Sono numeri più importanti perché o si sta strumentalizzando la situazione ma non credo che sia questo il caso. Se così non fosse vuole dire che c’è un problema vero relativo alla ripresentazione della situazione di novembre scorso con qualche aggiunta. Qui stiamo per rivedere in maniera ancora più tragica uno scenario che abbiamo già visto. Se ci prospetteranno numeri importanti non si potrà far finta di nulla. Speriamo che le Istituzioni inizino ad aprire gli occhi, c'è una situazione in evoluzione e, stando ai dati, potrebbe avere conseguenze drammatiche. Noi stiamo aspettando di avere una risposta alla richiesta di incontro presentata come organizzazioni sindacali: vogliamo che ci sia dato in tempi brevi. Noi sindacati con l'emergenza Covid abbiamo problemi ad dialogare con i dipendenti, la cui preoccupazione è palpabile anche perché non si capiscono gli strumenti che intendono attivare in futuro».
Paura per le altre aziende
Guasco, infatti, ha compreso che il problema va oltre LivaNova: «Noi siamo preoccupato per l'intero sito perché se quest’azienda dovesse attivare una serie di strumenti potrebbe tirarsi dietro anche le altre per via dell'indotto. Abbiamo sentore che ci siano altre società che vogliano spostare la ricerca, pare ci siano movimenti non utili allo sviluppo di quel sito. Se ci fosse un aspetto pesante di LivaNova si andrebbe ben oltre questa azienda».
Insomma, la situazione torna ad esser drammatica e di nuovo in un periodo, proprio come nel dicembre scorso, vicino alle vacanze estive.
I lavoratori LivaNova non dormono sonni tranquilli.