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Referendum, ecco come si vota

I seggi sono aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.

Referendum, ecco come si vota
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Domenica 20 e lunedì 21 settembre i cittadini sono chiamati alle urne per il referendum sul taglio dei parlamentari. I seggi sono aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.

Referendum, ecco come si vota

Domenica 20 e lunedì 21 settembre i cittadini sono chiamati alle rune per il referendum sul taglio dei parlamentari. I seggi sono aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Oltre al documento e alla tessera elettorale è obbligatorio l’ingresso con la mascherina.
Sulla scheda ci sarà una sola domanda e sono previste solo due risposte (Sì o No): «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?»
La riduzione del numero dei parlamentari, è un punto del programma politico nato dall’accordo tra Movimento 5 stelle e Lega all’indomani della nascita del governo Conte I nel maggio del 2018 (c.d. “Contratto per il governo del cambiamento).
Si tratta di confermare o meno il testo della legge: la Camera passerà da 630 a 400 deputati, mentre il Senato da 315 a 200 eletti in caso di vittoria del «Sì». Meno parlamentari significa anche che ogni membro del parlamento italiano rappresenterà più elettori. Ovvero, il rapporto numerico tra eletti e votanti cresce visto che si passa da 930 a 600 membri.. Non è richiesto il quorum di partecipazione del 50% più uno, quindi il numeri di votanti non sarà fondamentale per l'esito del voto.

Le ragioni del si

-la riduzione dei costi della politica comporta un risparmio di oltre 80 milioni di euro annui;
- maggiore efficienza del parlamento con un minor numero di parlamentari.

Le ragioni del no

-i benefici invocati sulla riduzione dei costi sono irrisori, incidendo per pochi euro;
-il miglioramento dell’efficienza del parlamento non è collegato al minor numero di parlamentari, quanto una conseguenza dei meccanismi di formazione del processo legislativo che la riforma lascia intatti;
-la riduzione del numero dei parlamentari crea seri pericoli in ordine alla rappresentatività del popolo in parlamento. La drastica riduzione del numero dei senatori infatti, determinerebbe la mancanza di rappresentanti provenienti dai territori più piccoli. L’Italia avrebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila abitanti (il testo originario della Costituzione prevedeva un deputato ogni 80 mila abitanti ed un senatore ogni 200 mila), con il numero più basso di parlamentari di tutti i grandi paesi d’Europa. Il ruolo del Parlamento resterebbe svilito ed indebolito.

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