Centrale a biometano, indagine in Procura
Cambursano, in guerra contro la possibile realizzazione di un impianto a Caluso.
Esposto sulla nuova centrale a biometano di Caluso. La Procura ha aperto un fascicolo. Dopo l’intervento di Cambursano. Si tratta di un «atti relativi».
Indagine in Procura sulla centrale
Renato Cambursano, in guerra contro la possibile realizzazione di un impianto di biometano a Caluso, l’aveva promesso. E la vicenda, ora, è arrivata fino alle scrivanie dei magistrati eporediesi. La Procura di Ivrea, infatti, ha aperto un fascicolo per atti relativi in seguito all’esposto presentato dall’ex senatore ed ex sindaco di Chivasso. E’ bene precisare che al momento bisogna mantenere tutte le cautele del caso. Attualmente non è prevista un’ipotesi di reato e non compaiono nomi nel registro degli indagati. I magistrati eporediesi sono però «al corrente della situazione».
Esposto di Cambursano
L’esposto è stato presentato da Renato Cambursano la scorsa settimana, dopo la discussa seduta del consiglio comunale di Caluso. Il fascicolo è stato assegnato al sostituto procuratore Daniele Iavarone. Il pomo della discordia è ovviamente l’impianto di biometano che l’azienda «Caluso Biometano società agricola» vorrebbe erigere agli estremi confini sud/est del Comune di Caluso, a pochi passi dalle prime case di Mazzè e delle frazioni di Mandria e Betlemme, a Chivasso. I comuni limitrofi hanno già espresso il loro no al progetto. La stessa decisione è stata presa anche dai sindaci di San Benigno Canavese e Volpiano per un impianto simile che potrebbe sorgere in prossimità del confine tra i due territori. Nel corso del consiglio comunale di Caluso che si è svolto nella serata di lunedì 28 settembre, il parlamentino aveva discusso una mozione a firma della sindaca Maria Rosa Cena. All’indomani dell’assise civica, però, Renato Cambursano si è scagliato contro il primo cittadino. Diverse le problematiche sollevate dall’ex senatore, portavoce del comitato «Io mi rifiuto».
Le problematiche sollevate da Cambursano
Innanzitutto, l’impianto sorgerebbe solo in minima parte su un vecchio sito industriale; occuperebbe invece un grande «fetta» di area agricola. Cambursano aveva anche parlato di una «variante di Piano Regolatore Comunale e una modifica delle Norme Tecniche di Attuazione fatte su misura». Alle problematiche di natura «tecnica», si aggiungerebbero, secondo il comitato, anche difficoltà di carattere logistico (come la vicinanza alla strada provinciale 81 e l’assenza di metanodotti) e ambientale, riconosciute anche dalla stessa sindaca. Quello che vorrebbe l’ex senatore è un no fermo e inderogabile. E intanto, dopo l’esposto presentato, anche gli occhi della Procura di Ivrea sono finiti sull’impianto di biometano.