lutto

Il paese piange il papà della Famija Salugiina

Il «Nonno di Saluggia» lo si potrebbe definire quel signore con i capelli bianchi che amava in maniera indescrivibile quel paese per cui ha lavorato tutta la vita.

Il paese piange il papà della Famija Salugiina
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Il paese piange il papà della Famija Salugiina, Giovanni Facco. Il «Nonno di Saluggia» lo si potrebbe definire quel signore con i capelli bianchi che amava in maniera indescrivibile quel paese per cui ha lavorato tutta la vita.

Il paese piange il papà della Famija Salugiina

Era un uomo dall’animo gentile, una persona semplice ma con un sorriso unico che sapeva donare dolcezza e amore a chiunque. Il «Nonno di Saluggia» lo si potrebbe definire quel signore con i capelli bianchi che amava in maniera indescrivibile quel paese per cui ha lavorato tutta la vita.
Giovanni Facco era uno dei pilastri di questa comunità, una persona che ha sempre profuso ogni sua forza in questa realtà che oggi lo piange.
Di professione muratore, ha lavorato ogni giorno sino al raggiungimento della pensione, per non far mancare nulla alla sua famiglia che sino all’ultimo gli è stata accanto, che non l’ha mai lasciato solo nemmeno per un istante in questi anni di malattia. Un marito, un papà e soprattutto un nonno speciale.
Ma Giovanni è stato un punto di riferimento per la comunità non solo per la sua professione, abilissimo artigiano molto apprezzato sul territorio, ma anche per il suo spirito aggregativo e organizzativo. Era, infatti, il papà della Famija Salugiina, quell’associazione che da 45 anni organizza gli appuntamenti più importanti in paese: dalla fagiolata di Carnevale alla Festa Patronale di San Grato. Lui, la maglietta blu dell’associazione, l’ha vestita dal primo all’ultimo evento organizzato. Giovanni, per anni guida del gruppo, quando c’è stato il cosiddetto ricambio generazionale aveva accettato con grande felicità la carica di presidente onorario. E proprio per questo suo grande amore che nutriva per la Famija ha voluto esser presente anche a febbraio durante la serata di apertura del Carnevale e alla fagiolata. Impossibile dimenticarlo seduto in piazza Francesco Donato a salutare e ringraziare tutti coloro che, ancora una volta, avevano deciso di assaporare i fagioli di Saluggia preparati dal suo «esercito di volontari».

Il ricordo

«Giovanni per noi è stato una guida - ricorda l’associazione - Una persona che ci ha insegnato lo spirito di collaborazione anche nei momenti più difficili. Ci ha sempre spronati a fare meglio, non ci ha mai lasciati soli. Lui era sempre lì con noi e sempre lo sarà».
Una persona veramente speciale, voce anche della Corale «Roberto Donato» che ha per anni animato le Messe in chiesa parrocchiale.
Inoltre amava il calcio ed era un grande tifoso della sua Fiorentina.
Giovanni con la sua scomparsa lascia un grande vuoto nella vita della moglie Eugenia, dei figli Giuliana con Gianpiero, Massimo con Simona, degli adorati nipoti Matteo, Lorenzo e Agnese, delle sorelle Pina, Giulia e il fratello Franco.

L'ultimo saluto

Martedì pomeriggio è stato celebrato il funerale nella chiesa di San Grato. Al termine della funzione è stata letta da Renata Ghiotti una lettera molto toccante scritta dalla figlia Giuliana. Poi la tromba di Enrico Negro ha salutato Giovanni, un uomo che resterà nella storia di questa comunità.

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