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«La città non è un feudo di Greppi»

Il sindaco Vittorio Ferrero critica fortemente l’assenza della minoranza nella gestione della macchina pubblica

«La città non è un feudo di Greppi»
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Non si placano le discussioni sul «monumento» in ricordo di don Giuseppe Bianco nell’omonimo parco di viale IX Martiri a Crescentino. Dopo le accuse sollevate dal fautore di quel monumento, l’allora sindaco Fabrizio Greppi, oggi capogruppo di opposizione, a prendere la parola è il primo cittadino Vittorio Ferrero.

Le discussioni sul monumento

«Greppi ha ancora il dente avvelenato perché un gruppo di persone nuove l’ha mandato a casa. - tuona il sindaco - Lo capisco, ma se ne faccia una ragione. Se analizziamo i numeri, è vero il distacco è stato di 18 voti e lui dal 2014 ne ha presi 600 in più, ma io ed il mio gruppo siamo partiti da 0 ed abbiamo conquistato la fiducia di 1956 persone. Quindi in termini di crescita siamo stati molto più bravi e convincenti ed abbiamo vinto le elezioni. Stiamo lavorando con impegno e dedizione, siamo sempre presenti in Municipio (non posso dire la stessa cosa di lui e della sua Giunta). Come dissi a qualcuno dei suoi in campagna elettorale, Crescentino non è un feudo di Greppi e lui non è il supremo sovrano.

La questione del Parco Don Bianco

Venendo alla questione del Parco Don Bianco, come ho già detto nessuno di noi voleva sminuire la figura storica dell’Arciprete. Abbiamo deciso di valorizzare il Parco a lui intitolato (una delle pochissime cose valide fatte da Greppi e nemmeno su suo impulso) con un investimento importante che da tutti è stato fin da subito apprezzato, perfino Carmine Speranza ci ha ringraziato pubblicamente. La lapide di intitolazione del giardino è stata spostata, a nostro giudizio, in un posto più consono, ossia all’ingresso del Parco. La vecchia collocazione era utilizzata da panchina o da tavolo per bivaccare e creava problemi alla sicurezza in quanto al centro dello spazio di gioco dei ragazzi. Il bravo Greppi queste cose non le aveva mai notate? Forse Greppi si è risentito perché non è stata capita la sua vena artistica visto che dice che il monumento era stato pensato e ideato da lui. L' opera dei fratelli Salati non è stata affatto distrutta, ma è stata semplicemente spostata e posizionata in un luogo più consono e visibile. Ad essere demolito è stato solo un cubo di mattoni che nulla avevano a che fare con l'arte. La polemica spesso è sempre solo fine a se stessa oppure strumentale, come in questo caso, ma tant’è! Ad oggi, non ho mai ricevuto segnalazioni invece che fosse divenuto un ricettacolo di escrementi e deiezioni. Rafforzeremo, come fatto in questi giorni, i controlli ed i passaggi della Polizia locale. Anche le telecamere installate nei giorni scorsi vanno in questa direzione. Infine, una precisazione rivolta a Greppi: nessuno, tanto meno io, è ossessionato dal distruggere ciò che lui ha fatto nei cinque anni precedenti. Prima non condividevo molto, adesso, dopo un anno di lavoro e di conoscenza più approfondita, posso dire che non condivido molto di più, ma non per questo passo il tempo a distruggere ciò che ha fatto. Impiego il mio tempo in modo più valorizzante, ossia a costruire qualcosa per questa Comunità. C’è tanto da fare e non mi posso permettere il lusso di perdere tempo diversamente».

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