Il paese piange l'amico di tutti, Aldo Vittone
Un infarto l'ha stroncato all'età di 77 anni.
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Era l’amico perfetto. La persona sulla quale contare in caso di necessità. Quell’uomo che si faceva in quattro per aiutare il prossimo. Non basterebbe un libro per descrivere Aldo Vittone, meglio conosciuto come Aldino.
Il paese piange l'amico di tutti
Era l’amico perfetto. La persona sulla quale contare in caso di necessità. Quell’uomo che si faceva in quattro per aiutare il prossimo. Non basterebbe un libro per descrivere Aldo Vittone, meglio conosciuto come Aldino. Una persona speciale che ha scritto la storia della comunità. Il “comandante”, come molti amavano chiamarlo, un burbero con il cuore d’oro. Una voce che la si sentiva a metri di distanza. Impossibile, infatti, non accorgersi della sua presenza. Una persona che amava in maniera indescrivibile Saluggia, quel paese dove ha trascorso ogni attimo della sua esistenza. Saluggia, il paese dove è nato e cresciuto. La comunità dove ha voluto creare la sua famiglia e far crescere i suoi figli. Il paese dove ha lavorato sino al 2003 come guardia tecnica autorizzata agli interventi di controllo nella piscina dell’Enea, poi la pensione. Una pensione che ha trascorso proprio a Saluggia dove era diventato come il “Monumento ai Caduti”. Molti, infatti, si ricordano di Aldo Vittone come la prima persona che hanno conosciuto una volta che si sono trasferiti a Saluggia.
Aldo e la sua passione per il calcio erano celebri. Era stato tra i volti dell’Us Saluggese e poi cofondatore della AC Saluggia 1986. In quest’ultima società era stato anche preparatore dei portieri. Il calcio, ma soprattutto la Juventus era la sua più grande passione. Un amore unico quello che provava per questa società che, quando era più giovane, seguiva anche allo stadio.
«Avevo 25 anni quando da Saluggia partivamo in auto per andare allo stadio a vedere la Juve – racconta il figlio Daniele – E lui era il più caratteristico. Eravamo un gran numero di persone, ma lui era sicuramente il più bianconero di tutti».
Uno sport che seguiva e che amava commentare con i suoi, anche con i più giovani.
Aldo Vittone amava lo sport in generale. Era un ferrarista, un tifoso di Luna Rossa. Quando c’era qualche competizione o sport particolare che non conosceva si informava. Leggeva molto, voleva esser preparato su tutto.
L'amore per i suoi nipoti
«L’altra passione di mio papà erano i suoi nipoti, avrebbero dato la vita per lui – racconta ancora Daniele – Sono stati proprio loro che hanno voluto salutare il nonno con l’inno della sua amata Juve e a volergli mettere, in questo suo ultimo viaggio, la sciarpa bianconera e una lettera. Quei nipoti che lui seguiva con estrema attenzione. Quei nipoti che faceva studiare, che portava a spasso. Si sarebbe ucciso per loro».
Impossibile dimenticare anche la sua voglia di far festa: sempre presente alle Feste dell’Unità, amava organizzare e aiutare le associazioni durante i loro appuntamenti. Un uomo di compagnia che non disdegnava mai un pranzo o una cena con gli amici di sempre. Quegli amici che in questi giorni gli hanno fatto visita, che l’hanno voluto salutare per l’ultima volta.
I ricordi
«In tanti in questi tre giorni sono venuti a salutare papà – racconta ancora Daniele – Non avrei mai creduto in un affetto tale nei suoi confronto. C’erano persone della sua età ma anche giovanissimi.
Papà si è spento a causa di un infarto, aveva appena finito di chiudere la serra invernale, era la prima volta che gliela vedevo smontare. Un infarto istantaneo, a nulla è servito l’arrivo immediato di Paolo Donato che ringrazio. L’ha rianimato, insieme a Paolo Borione, suo medico, per 55 minuti. Ma lui se n’era già andato sereno».
E tra i tanti ricordi anche quello dell’amico Antonio Augelli: «Le mattinate in edicola non saranno più le stesse. Non ci sarà più l’amico con la A maiuscola con cui si parlava di calcio, e principalmente di Juve. Ma anche di cibo e di tantissimi altri argomenti. Non potremo più organizzare la classica mangiata del venerdì “panissa e bollito”. Tutto questo non ci sarà più perché dopo aver preso e, come sempre, aver trovato qualcosa da dire al “tuo” Tuttosport, hai voluto pagarmi l’ultimo caffè e poi di colpo ci hai lasciato, esattamente come eri tu deciso e caparbio nel fare qualsiasi cosa in una frazione di secondo. Per me e per tutta Saluggia se ne va un grande amico, un grande uomo, una persona che nessuno potrà mai dimenticare. Buon viaggio Amico mio Gobbo».
Lunedì 16 novembre, nella sua abitazione, si è svolta la benedizione alla presenza dei suoi cari. Fuori, sulla strada e in piazza, decine e decine di persone hanno voluto prendere parte a questa breve celebrazione.
Aldo Vittone, con la sua scomparsa all’età di 77 anni, lascia un grande vuoto nella vita della moglie Loretta, dei figli Andrea e Daniele, dei nipoti Andrea Junior, Noemi e Alessia.