Politecnico elabora un modello per prevedere la diffusione Covid
La comunità scientifica è infatti concorde sull'efficacia del distanziamento sociale e delle limitazioni agli spostamenti.
Covid-19: il Politecnico di Torino a messo a punto un modello per prevedere la diffusione del virus in Italia e ottimizzare il piano vaccinale. Come riporta PrimaTorino.it
Modello per prevedere la diffusione del Covid
Si conferma sempre alto l’interesse della comunità scientifica internazionale per la ricerca che sta svolgendo il team Italo-americano composto dal Dynamical Systems Laboratory della New York University Tandon School of Engineering, diretto dal professor Maurizio Porfiri, dal professor Alessandro Rizzo del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino, dal dottorando del Politecnico Francesco Parino e da Lorenzo Zino, ex dottorando del Politecnico di Torino e adesso ricercatore post-dottorale presso la University of Groningen, Paesi Bassi.
I risultati dello studio sulla diffusione del Covid-19 applicati al territorio italiano sono stati pubblicati dal Journal of the Royal Society Interface nel paper "Modelling and predicting the effect of social distancing and travel restrictions on COVID-19 spreading".
Lo studio
Il nuovo lavoro dedicato all’Italia, firmato da Francesco Parino, Lorenzo Zino, Maurizio Porfiri e Alessandro Rizzo, elabora un nuovo modello per rappresentare e prevedere in la diffusione del Covid-19 su base provinciale, includendo le caratteristiche salienti del comportamento umano, insieme a una rappresentazione realistica della demografia della popolazione e degli spostamenti (sia dei flussi pendolari, che di quelli più a lunga distanza e lunga durata). Nonostante il modello sia molto accurato, per garantire la privacy individuale esso si basa solo sullo studio di dati aggregati a livello provinciale di facile reperimento, senza fare affidamento su specifici dispositivi di tracciamento delle attività individuali.
Valutare le politiche di intervento
Il modello si è rivelato molto efficace per valutare gli effetti di diverse politiche di intervento riguardanti la limitazione dell'attività degli individui e le restrizioni agli spostamenti, e potrebbe essere uno strumento adeguato per indirizzare i policy makers nell'implementazione di azioni che salvaguardino la salute senza bloccare totalmente le attività umane.
Il distanziamento sociale
La comunità scientifica è infatti concorde sull'efficacia del distanziamento sociale e delle limitazioni agli spostamenti, tuttavia le autorità locali, per scongiurare nuovi lockdown totali e le implicazioni sociali, economiche, e psicologiche che ne conseguono, sono sempre alla ricerca di combinazioni efficaci tra livello delle restrizioni e limitazioni alle attività.
Il risultato principale evidenziato dagli autori è che, mentre le limitazioni all'attività sociale ed economica come la chiusura di uffici, scuole, coprifuoco, contingentamento di ingressi nei luoghi pubblici hanno sempre un effetto rilevante sulla riduzione della propagazione dell'epidemia, le limitazioni agli spostamenti e ai viaggi hanno un effetto ragguardevole solo se applicate nelle prime fasi di diffusione, cioè quando è presente un basso numero di casi.
Restrizioni ai viaggi
Se applicate in ritardo, le restrizioni ai viaggi diventano inefficaci e, in alcuni casi, possono essere controproducenti. Infine, politiche di lockdown selettivo su alcuni strati della popolazione - come per esempio l’isolamento degli anziani - non sembrano avere una grande efficacia per bloccare la diffusione dell'epidemia.
Le riaperture
Infine, il modello è stato utilizzato per effettuare uno studio sulle riaperture: in questo caso la gradualità del ripristino delle relazioni sociali è fondamentale per scongiurare ondate successive, mentre il timing delle riaperture per quanto riguarda i viaggi non è critico e queste ultime possono essere effettuate anche in maniera netta, in quanto la gradualità della loro ripresa influisce marginalmente sulla diffusione della malattia.