covid-19

Scuole chiuse nei territori con 250 casi ogni 100mila abitanti: Città Metropolitana di Torino è al limite (243)

Ecco l'analisi della situazione sul nostro territorio.

Scuole chiuse nei territori con 250 casi ogni 100mila abitanti: Città Metropolitana di Torino è al limite (243)
Pubblicato:
Aggiornato:

Nuovo Dpcm: scuole chiuse nei territori con 250 casi ogni 100mila abitanti: la Città Metropolitana di Torino è al limite (243).

Nuovo Dpcm

Scuole chiuse in area rossa. Stesso provvedimento  per tutti gli istituti di ogni ordine e grado se si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti, a prescindere dal colore. E’ quanto ha stabilito ufficialmente dal nuovo  Dpcm disposto per contrastare l’avanzare del Coronavirus, il primo del Governo Draghi, illustrato nella serata di ieri, martedì 2 marzo  dai ministri per gli Affari regionali e della Salute, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza.

 

I dati

In questo schema, aggiornato quotidianamente, le Province italiane sono elencate in ordine di incidenza, da quelle con maggiore circolazione virale a quelle meno esposte.

Per il Piemonte, in particolare, le situazioni più a rischio sembrano essere quelle di Torino, Vercelli e Cuneo. A livello nazionale, il capoluogo piemontese è al  27esimo posto per incidenza di nuovi casi ogni 100.000 abitanti (subito dietro Gorizia e subito prima di Vercelli).

L’aggiornamento dei dati è relativo alla giornata di ieri, martedì 2 marzo 2021.

E’ quanto emerge dall’analisi, che proponiamo settimanalmente  effettuata dal dottor Paolo Spada, medico dell’ospedale Humanitas di Rozzano. Come abbiamo già evidenziato in passato il dottor Spada, chirurgo vascolare,  presidente di EVARplanning, startup innovativa vincitrice del premio BioUpper per le idee imprenditoriali nelle scienze della vita è un esperto di algoritmi applicati alla medicina e dall’inizio  dell’emergenza sanitaria pubblica quotidianamente  report sui dati  del  contagio nella rubrica Pillole di Ottimismo.

Il punto della situazione

Ecco l’analisi del dottor Spada sui dati:

“Sia che si tratti di una stanza di ospedale, o del territorio di un Comune o di una Regione, il primo provvedimento per arginare il contagio è l’isolamento del focolaio. Paghiamo non averlo fatto per tempo, all’inizio della pandemia, ma non dobbiamo desistere adesso. Anzi dovremmo abituarci tutti quanti a conoscere i valori di incidenza del nostro territorio, e a pretendere le misure di contenimento per quello che sono: una protezione, non una punizione. Dobbiamo sfruttare la nostra intelligenza di uomini per tirar fuori la testa, appena si può, dove si può. La massima precauzione dovrebbe essere verso noi stessi e non soltanto per difenderci dal contagio. Ogni giorno di scuola che possiamo preservare, ogni bar che teniamo aperto, ogni ora di sole che possiamo guadagnare, ogni strada e negozio che rimangono vivi, ogni progetto che riusciamo a far nascere. Tutto questo è vita contro il virus, è resistenza, ed è importante”.

 

Seguici sui nostri canali