Dalla malattia al podio: la storia di Silvia Panico, grande guerriera
Lo sport l’ha aiutata ad affrontare un destino avverso.

Dalla malattia al podio: la storia di Silvia Panico, grande guerriera. Lo sport l’ha aiutata ad affrontare un destino avverso. La sua forza e il suo coraggio la rendono unica.
La storia di Silvia Panico, grande guerriera
Una storia di vita vissuta che tocca le corde del cuore, incute speranza e coraggio. Al centro una donna a cui il destino ha messo di fronte ostacoli difficilissimi da superare. Ma lei non si è persa d’animo, non si è pianta addosso, ha tirato fuori tutta la sua grinta ed è diventata una guerriera. Vera. Un percorso di vita e di sport che Silvia Panico racconta a cuore aperto. Una testimonial perfetta in questa settimana in cui si è appena celebrata la festa della donna.
Silvia alle Winter World Master games
Di lei già avevamo scritto lo scorso anno quando a gennaio 2020 aveva partecipato alle Winter World Master games - Olimpiadi di sci alpino - che si sono svolti a Innsbruck con 16 nazioni e 3000 partecipanti di ogni specialità.
Pur se reduce da un lungo percorso di chemioterapia, a causa di quel male che l’ha travolta ma non soffocata, Silvia infatti aveva voluto «danzare» su quella neve.
Oggi ricorda: «E’ stata una gara impegnativa perché mi sono confrontata con campioni mondiali e nazionali. Ma le sfide e la grinta per affrontarle non mi sono mai mancate. Grazie alla grande forza e determinazione che mi hanno sempre fatto affrontare ogni difficoltà. E poi partecipare era per me una ennesima voglia di riscattarmi ».
In questa occasione ha ottenuto posizioni al dir poco inaspettate, ma più che meritate, un ottavo posto in Slalom e un dodicesimo posto in Slalom Gigante. Con un sorriso ci dice: «Le mie avversarie erano tutte donne stupende con un sorriso degno di chi fa sport con passione. Ho avuto occasione di parlare con molte Inglesi, Americane, Australiane , quest’ultime in quel periodo erano distrutte per la devastazione del loro territorio dal terribile incendio, ma positive». A darle quel coraggio suo marito Claudio, oculista di grande fama, sempre al suo fianco.
Ma in questa bella favola si è di nuovo messo di traverso il destino.
Ha lottato con coraggio e determinazione
«Dopo questa bellissima esperienza pensavo che avrei finito di soffrire - racconta - ma a giugno, facendo gli esami di routine, mi dissero che purtroppo la malattia si era nuovamente presentata e questa volta al fegato. Una doccia gelata e all’inizio non lo nego la disperazione.
Ma, come ho già detto, il mio carattere e la mia famiglia splendida non meritavano di vedere la mia disperazione, non se lo meritavano perché mi hanno sempre spronata a lottare. E così, dopo un paio di giorni di tristezza, eccomi qui nuovamente pronta ad affrontare un duro percorso con il mio solito buon umore perché tanto anche se sei triste non cambia nulla».
La sua saggezza e razionalità fanno di lei una persona davvero speciale.
«Donare un sorriso è meglio che donare tristezza, non fa bene ne a me ne a chi mi è vicino. Quindi pronti e via con la chemioterapia d’urto. Quella che fa sentire una donna umiliata, devastata, nel corpo e nella mente. Vedi cambiare il tuo fisico e non riconosci più te stessa nello specchio. E non vuoi vederti in quello specchio. Però è la dura realtà di questa orribile malattia e per cercare di sconfiggerla devi mettere a dura prova te stessa.
Per fortuna lo sci mi ha nuovamente aiutata, perché, in questo periodo storico così difficile, mi ha dato la possibilità di potermi allenare e dare quella serenità e spensieratezza di cui avevo bisogno».
Neanche il tempo di riprendersi che la sorte si accanisce di nuovo contro di lei. A novembre prende il COVID, superato senza conseguenze ma con tanto spavento perché facendo la chemioterapia era ovviamente un soggetto a rischio.
Si è rimessa in gioco ai campionati italiani di sci
A gennaio decide di partecipare, nonostante la stanchezza dovuta alla terapia, ai Campionati Italiani di sci svoltisi ad Abetone. E’ arrivata 2ª in Super Gigante, una pista impegnativa, e 3ª in Slalom.
Commenta: «Purtroppo non sono riuscita a mantenere il titolo Italiano ma ci riproverò il prossimo anno».
Non abbiamo dubbi che lo farà.
Intanto il 14 febbraio ha partecipato a una tappa di Coppa del Mondo FIS a Pila ed è riuscita a ottenere il 3° posto in Slalom gigante.
Un messaggio di coraggio e determinazione
Ci saluta con queste parole: «Vorrei trasmettere a tutte le donne una nota positiva, anche se purtroppo oggi alcune mie amiche e conoscenti non sono state fortunate come me. Io lotto tutti i giorni per me stessa, per avere quella dignità e forza che permettano a chi mi sta attorno di vivere serenamente.
Curarsi, controllarsi con metodo può aiutare a vincere questa malattia che purtroppo miete tante vittime.
Io ho trovato nel dottor Alessandro Comandone un medico, uomo, eccezionale sia dal punto di vista umano sia dal punto vista professionale. Sincero e diretto non mi ha fatto sconti. “La terapia è questa”, mi ha detto e cosi l’ho affrontata.
Noi donne siamo forti e determinate e non può essere ne una malattia ne una violenza a fermarci dobbiamo solo chiedere aiuto, anche a una amica e solo allora affrontando il nostro problema potremo provare a mettere fine a tutte le sofferenze.
Ringrazio i miei figli che nel mio percorso difficile mi stanno sempre accanto e non mi hanno fatto mai sentire malata, ma viva.
Mio marito, un uomo forte che si è ritrovato ad affrontare con me un ennesimo percorso difficile e mi ha sempre trattato da principessa, mi sopporta e mi supporta in ogni istante.
Un grazie grande lo vorrei dedicare a Clara Marta, un’amica vera, dal cuore immenso che non mi ha mai lasciato sola anche nei momenti bui quando solo una donna ti può capire e comprendere. Lei c’è sempre stata con il suo splendido buon umore e sorriso».
Brava Silvia e grazie per questa lezioni di vita. Abbiamo tanto da imparare dalle tue parole.