Il Comune compra l’oratorio, ecco cosa sorgerà al suo posto
Il sindaco sta pensando anche ad un angolo di coworking visto il futuro del mondo del lavoro.
Il Comune compra l’oratorio, il primo cittadino di Crescentino Vittorio Ferrero spiega: «Parcheggi, sedi di associazioni e un salone per i corsi». Il sindaco sta pensando anche ad un angolo di coworking visto il futuro del mondo del lavoro.
Il Comune compra l’oratorio
Il Comune di Crescentino è pronto a comprare l’ex oratorio di via San Giuseppe. Un progetto che l’Amministrazione di Vittorio Ferrero ha sempre ribadito fondamentale per il futuro della città e della sua riqualificazione.
«E’ stata depositata in Comune a Crescentino la perizia dell’intera area, sia dell’immobile che dell’area esterna di 1450 metri quadrati - spiega il sindaco – Il valore indicato dal professionista a cui è stata affidata la perizia è di 270 mila euro. Siamo, infatti, in contatto con la Curia di Vercelli e la Parrocchia di Crescentino per arrivare ad un accordo. Noi siamo comunque pronti a comprarlo, infatti, credo che entro il mese di giugno porteremo in Consiglio comunale la proposta di delibera».
Insomma, la volontà di questa amministrazione sta prendendo sempre più piede. Ferrero, nonostante le critiche sollevate dall’ex primo cittadino Fabrizio Greppi, va avanti a spron battuto: «Il nostro intento è quello di finanziare l’opera con fondi propri, stiamo valutando bene la situazione. Contiamo anche sui fondi del Recovery Fund per questo intervento. Senza contare che anche con fondi che ricaveremo dalla vendita delle due ex scuole potranno esser investiti in questo intervento. A giugno, infatti, metteremo all’asta questi due beni. Quello che vogliamo è che entro la fine dell’anno, il complesso sia di proprietà comunale, così da averlo a disposizione e avviare gli interventi già tra il 2022 e il 2023».
Il futuro di quel complesso
Ma quale sarà il futuro di questo complesso di dimensioni non indifferenti che sorge nel centro della città? Anche su questo aspetto il sindaco ha le idee molto chiare: «L’obiettivo principale è lo spazio esterno. Da lì passerà la riqualificazione del centro storico che si avvia, con un anno e mezzo di ritardo per via della pandemia, con i lavori dell’area mercatale e il rifacimento di viale Po senza dimenticare anche l’intervento al Palazzo Municipale. Lì sorgeranno tra i 40 e i 50 posti auto, un bacino importante per il nostro centro e soprattutto per le attività commerciali visto che, ad oggi, le aree di sosta sono limitate nel concentrico.
L’immobile, invece, una volta che sarà messo in sicurezza, ospiterà diverse attività. Prima di tutto occorre ricordare che è un palazzo del 1600, comprato negli Anni Cinquanta dalla Parrocchia con un vincolo imposto dalle sorelle Baretta che ne impone un uso sociale e culturale. Ecco, noi lo rispetteremo perché lì vogliamo creare uno spazio per quelle associazioni che oggi non hanno ancora una loro sede. Vogliamo creare uno spazio didattico culturale per poter poi svolgere i corsi di italiano, quelli di inglese e le lezioni dell’Università della Terza Età e del Tempo libero. E perché no anche un’area dove permettere alle persone di lavorare in coworking. Il futuro del mondo del lavoro viaggia molto sullo smart working dunque perché non dare la possibilità ai crescentinesi di poter lavorare non nel proprio ufficio ma bensì in uno spazio condiviso a pochi passi da casa, magari raggiungibile in bici. Uno spazio che dia modo al lavoratore di non dover raggiungere l’azienda ma nemmeno di lavorare in cucina o in salotto. E soprattutto uno spazio dove si possano condividere idee ed esperienze. Insomma, un luogo di aggregazione innovativo».