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Covid a scuola, classi in quarantena

Un caso emblematico arriva dall’Istituto Comprensivo «Serra» di Crescentino.

Covid a scuola, classi in quarantena
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Un caso emblematico arriva dall’Istituto Comprensivo «Serra» di Crescentino: da martedì 27 aprile, sei classi della scuola primaria sono a casa in quarantena (provvedimento fiduciario disposto dall’AslTo4) con divieto di incontri sociali, divieto di spostamenti e viaggi, obbligo di rimanere reperibile per attività di sorveglianza e DAD (Didattica a distanza) per tre ore al giorno fino al prossimo 6 maggio, con rientro in aula giovedì.

Covid a scuola, classi in quarantena

Un caso emblematico arriva dall’Istituto Comprensivo «Serra» di Crescentino: da martedì 27 aprile, sei classi della scuola primaria sono a casa in quarantena (provvedimento fiduciario disposto dall’AslTo4) con divieto di incontri sociali, divieto di spostamenti e viaggi, obbligo di rimanere reperibile per attività di sorveglianza e DAD (Didattica a distanza) per tre ore al giorno fino al prossimo 6 maggio, con rientro in aula giovedì.
Un provvedimento legato ad un caso di positività di uno studente che ha frequentato la mensa (sembra tra il 20 e il 21 aprile) ed esteso di conseguenza alla sua classe e all’intero «gruppo mensa», come si legge nel documento inviato lunedì alle famiglie dal dirigente scolastico Giuseppe Nunzio Faraci.
Non è previsto (stando alle ultime indicazioni del SISP) alcuno screening con tamponi.
Fin qui (nel limite di un’attesa lunga una settimana in cui potrebbe essere successo qualsiasi cosa) tutto nella norma.
Il discorso cambia sfogliando l’albo pretorio dell’IC Serra, in cui si trovano due altre missive con all’oggetto l’attivazione della DDI (Didattica digitale integrata).
La prima è datata 15 aprile (a nove giorni dalla fine delle vacanze pasquali) ed interessa cinque sezioni della primaria e tre della secondaria di primo gradi: da una parte (a casa) alunni positivi o in quarantena e dall’altra (in classe e a mensa) tutti i loro compagni.
Il secondo identico documento, datato 23 aprile, riguarda invece due classi della primaria e altrettante delle medie.
In totale dieci classi, duecento bambini (uno più uno meno) che in queste ultime due settimane hanno avuto contatti tra loro e all’esterno.
Lunedì, dopo aver ricevuto la mail della scuola, molti genitori si sono chiesti perché la dirigenza non abbia sospeso prima il servizio mensa, proseguito nell’ultima settimana e ancora nella giornata di lunedì.
«A questo punto - spiegano alcuni genitori - da oggi in avanti valutino se sospendere la mensa o, al limite, far mangiare i bambini in classe.
Andando avanti di questo passo, ogni settimana ci sarà qualche nuova classe in quarantena».

La nota del dirigente

Così il dirigente scolastico Giuseppe Faraci: «La messa in quarantena delle classi si è resa necessaria per un solo caso di positività. Per quanto riguarda la scelta di servire i pasti nel refettorio, è una disposizione che io ho trovato quando sono arrivato in servizio il 1° settembre scorso.
Ora stiamo valutando con la Commissione mensa come procedere perché a noi, come scuola, spetta solamente garantire il controllo durante il servizio, mentre per il resto è di competenza del Comune».

L’intervento del sindaco

Sulla questione interviene anche il primo cittadino Vittorio Ferrero (nella foto): «Non mi è mai stata sottoposta la proposta della chiusura del refettorio perciò nemmeno il sistema di lunch box in classe. Un’operazione che non si può certamente dare dall’oggi al domani perché comporta un’organizzazione più complessa, dalla distribuzione dei pasti su due piani a 20 classi alla sanificazione prima e dopo il pranzo di ogni classe. Stiamo cercando di capire come limitare i disagi nel refettorio ma le distanze che sino ad oggi sono state previste sono quelle del protocollo che non mi risulta essere variato. Optare oggi per il lunch box per l’ultimo mese di scuola mi sembra veramente difficile.
Inoltre, sino al 5 marzo, giorno della chiusura della scuole a Crescentino per zona rossa, non era mai successo che le classi venissero messe in quarantena per un presunto contagio in mensa. Dunque dire che la mensa non è sicura non è certo un’affermazione corretta.
Un problema questo che non è mai nemmeno stato fatto rilevare da genitori o insegnanti durante la Commissione mensa che si riunisce ogni 25 giorni.
Mi rendo conto del disagio tant’è che ieri ho contattato il Sisp per chiedere la disponibilità di far effettuare i tamponi a tutti i i bimbi coinvolti ma la risposta è stata negativa».

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