Federico Runco ha inventato un sistema per «guidare» con gli occhi
Alla Maturità 2021, il crescentinese non si è limitato a prendere 100 e Lode all'Itis «Sobrero» di Casale.
Alla Maturità 2021, il crescentinese Federico Runco non si è limitato a prendere 100 e Lode all'Itis «Sobrero» di Casale ma ha addirittura presentato alla Commissione una sua invenzione dal futuro in divenire.
Federico Runco ha inventato un sistema per «guidare» con gli occhi
Alla Maturità 2021, il crescentinese Federico Runco non si è limitato a prendere 100 e Lode all'Itis «Sobrero» di Casale ma ha addirittura presentato alla Commissione una sua invenzione dal futuro in divenire.
«EyesDrive - ha spiegato l’ex alunno della 5AE - è un dispositivo che viene classificato nella categoria delle “Interfacce neurali”: tramite un paio di elettrodi permette di comandare dispositivi esterni con gli occhi. I campi di applicazione sono vari, tra cui comandare una sedia a rotelle motorizzata o controllare un computer».
L'idea è nata dopo un viaggio di istruzione all’aeroporto militare di Cameri dove tra le varie tecnologie agli studenti venne presentato un concetto di casco che permette ai piloti di F-35 di mirare missili con gli occhi.
Il progetto EyesDrive
«Da qui è nata l’idea di EyesDrive: l’applicazione del movimento oculare per aiutare le persone disabili è supportata da varie pubblicazioni accademiche che affermano come nei pazienti affetti da SLA i motoneuroni oculari siano relativamente resistenti al degradamento rispetto ai motoneuroni che innervano altri muscoli volontari. Non avendo le capacità in terza superiore di portare avanti il mio progetto, ho accantonato l’idea fino al primo lockdown. Senza i laboratori scolastici, ho progettato il primo prototipo interamente al computer, andando a simulare sia il mio dispositivo che il corpo umano. Una volta ottenuto un dispositivo funzionante nel simulatore, è stato mandato in produzione in Cina, e a dicembre il primo prototipo funzionante è arrivato a casa. Il circuito è simile a quello di un comune elettrocardiografo, la differenza è che questo è stato estremamente miniaturizzato (è più piccolo di una carta di credito) e lavora su un tipo di biosegnale diverso, l’elettrooculogramma. In occasione della maturità ho presentato un secondo prototipo del dispositivo, migliorato soprattutto sotto l’aspetto elettronico. La miglioria più evidente è l’integrazione del Bluetooth nel dispositivo: prima EyesDrive si connetteva al computer o a una sedia a rotelle tramite cavo, adesso questo non è più necessario, riducendo l’ingombro totale del dispositivo.
La Lode alla Maturità onestamente non me la aspettavo ma l’impegno e la passione per le materie che ho scelto di studiare mi hanno permesso di raggiungere questo obbiettivo. È il riconoscimento da parte dei miei docenti dell’impegno costante che ho avuto negli anni».
Prossimo all'iscrizione al Politecnico di Torino e con l'interesse a lavorare nel campo della microelettronica, Federico ha già presentato il suo progetto a vari concorsi: EyesDrive ha vinto il «Community Innovation Award», premio indetto a soli trenta progetti al mondo con un potenziale impatto nella comunità di appartenenza, un riconoscimento dall’Università di Yale (YSEA Award), il riconoscimento Cielo Stellato della Fondazione Silvio Lutteri, la partecipazione a Regeneron ISEF, la fiera americana sull’Ingegneria più importante al mondo e la partecipazione a LIYSF, fiera dei giovani scienziati all’Imperial College di Londra e «Creare con l’elettronica», concorso indetto dall’ITI Ferraris di Napoli, dove ha vinto il premio per la progettualità.
«EyesDrive - ha aggiunto ancora - è in continuo sviluppo. Attualmente sto esplorando nuove metodologie nel campo dell’informatica come l’intelligenza artificiale per migliorare ulteriormente il progetto. Una volta ottenuta la versione finale, mi piacerebbe brevettare l’algoritmo, visto che può essere eseguito su dispositivi a basso costo a velocità straordinarie. Secondo me uno degli usi più straordinari dell'elettronica è quando questa permette alle persone in difficoltà di riacquistare la propria indipendenza. E’ per questo che mi piacerebbe contribuire alla creazione di dispositivi impiantabili per persone con disabilità: vorrei far parte di coloro che renderanno possibile tutto ciò».