A battesimo il «Distretto del cibo»
Comprende un ambito territoriale vastissimo e quindi molto importante nell’economia metropolitana

E’ tutto pronto per dare vita al «Distretto del cibo della Pianura canavesana e Collina torinese», che comprende un ambito territoriale vastissimo e quindi molto importante nell’economia metropolitana.
A battesimo il «Distretto del cibo»
Ricadono nel nuovo Distretto del cibo i territori di 78 Comuni, tra cui Brandizzo, Brusasco, Caluso, Candia Canavese, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Chivasso, Foglizzo, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu da Po, Rondissone, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Torrazza Piemonte, Verolengo, Verrua Savoia, Villareggia e Vische.
«Sono molto soddisfatta di questa collaborazione territoriale - commenta la consigliera di Città metropolitana di Torino delegata allo sviluppo economico Sonia Cambursano, sindaco di Strambino - alla quale ho lavorato con particolare impegno. I Distretti sono sistemi produttivi locali che coinvolgono le imprese della produzione, della trasformazione e della distribuzione e somministrazione agroalimentare, gli attori pubblici locali e altri portatori d'interesse che stabiliscono tra di loro legami di interdipendenza virtuosa rafforzandoli per affrontare il mercato uniti e rafforzati dal sistema territoriale».
Il battesimo
Venerdì 25 luglio 2025, la nascita del Distretto del cibo della Pianura canavesana e Collina torinese sarà esaminata ed approvata dal Consiglio metropolitano.
«Nel Distretto del cibo – aggiunge Cambursano – il sistema pubblico e privato operano in modo integrato nel sistema produttivo locale per rafforzare la sostenibilità ambientale della produzione agricola, rendere il sistema economico locale più resiliente e in grado di fronteggiare più efficacemente gli impatti del cambiamento climatico, contrastare la diffusione di fenomeni di spopolamento nelle aree rurali, favorendo la continuità aziendale e la reciproca integrazione delle imprese del sistema agroalimentare locale. Un modo per rafforzare il turismo di prossimità, favorire l’accesso della popolazione residente a un cibo sano, di qualità e prodotto localmente».