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Bilancio, azzerato il buco da 503 mila euro

Per la Corte dei Conti adesso è tutto regolare.

Bilancio, azzerato il buco da 503 mila euro
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Il  bilancio non ha più  problemi: per la Corte dei Conti adesso è tutto regolare.

Bilancio, azzerato il buco da 503 mila euro

 

Era il 2014 quando l’Amministrazione di Rondissone guidata dal sindaco Miriam  De Ros aveva scoperto un buco di bilancio che ha rischiato di potare al fallimento del Comune.  Una serie di debiti che hanno caratterizzato i cinque anni di quella Giunta e così anche i primi anni di mandato del primo cittadino Antonio Magnone.
Ma ora, dopo un anno e mezzo di lavoro intenso e dialoghi tra ufficio finanziario e Corte dei Conti, ecco che quest’ultimo ha decretato l’uscita dal disavanzo di questo Comune. Una splendida notizia che ha comunicato il primo cittadino Magnone nel corso del Consiglio comunale che si è svolto lunedì 19 dicembre.
«Avevamo un buco di 503 mila euro, ma visto l’andamento del nostro bilancio, la Corte dei Conti ci ha comunicato che già con i rendiconti di gestione 2020 e 2021 la situazione era stata risanata. - spiega Magnone - Proprio per questo motivo ci è stato richiesto di rivederli, correggendo alcuni accantonamenti.
Da quest’anno, invece, non sarà più necessario accantonare i 16 mila euro. Quei 16 mila euro che avremmo dovuto accantonare per 30 anni ma visto che dal 2015 al 2021 abbiamo lavorato bene, ecco che non sarà più necessario. Così già la somma che avevamo messo da parte nel 2022 entrerà a far parte dell’avanzo libero di Amministrazione».

La comunicazione

La Corte dei Conti, come ha ribadito il sindaco, ha dunque deliberato che dal 2023 non va più accantonata alcuna somma per ripristinare una situazione che in sette anni è stata recuperata. Tutto merito, naturalmente, del grande lavoro delle Amministrazioni comunali e dei tecnici.
«La Corte dei Conti continuerà a tenerci sotto osservazione – spiega Magnone – affinché il bilancio rimanga sempre in positivo. E’ certamente una bella soddisfazione perché in questi anni noi abbiamo lavorato affinché la situazione venisse ripristinata al più presto e non dover attendere 30 anni come era stato previsto all’inizio della vicenda».

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