Coronavirus, mancano le mascherine ci pensano le sarte di Cavagnolo

Coronavirus, mancano le mascherine ci pensano le sarte di Cavagnolo. Un'iniziativa promossa da Comune e Pro Loco.

Quando si dice: l’unione fa la forza. E’ con questo spirito che è nata l’iniziativa a Cavagnolo. Comune e Pro Loco si sono fatti parte attiva di un appello volto a valorizzare il lavoro delle sarte del paese che realizzano mascherine artigianali. «Non ci sono mascherine? Ora ce le facciamo Noi: dona anche tu lenzuola, cotone e tela. - Recita appunto l’appello -
Cari concittadini, ora le mascherine sono una protezione importante ma in molti segnalano che non se ne trovano più.
A Cavagnolo però alcune sarte volontarie dotate di lavatrice, asciugatrice e macchine da cucire si sono rese disponibili a produrre mascherine lavabili.
Ovviamente saranno dispositivi non professionali né certificati, che andranno puliti e sanificati prima di ogni utilizzo, ma sempre più utili di una sciarpa o di un fazzoletto: potranno essere richiesti previo consenso informato. Le sarte sono pronte a mettersi all’opera, ma serve il materiale. Rivolgiamo quindi un appello a tutte le famiglie: donate lenzuola, cotone o tela e venite a depositarli sotto il porticato all’ingresso del Municipio.
In collaborazione con la Merceria Sandra e la Protezione Civile daremo poi tutto il supporto organizzativo alle nostre splendide sarte in modo che possano mettersi subito all’opera. Se altre sarte vogliono unirsi “a distanza” possono contattare Monica dopo le 18 contattando il numero 347/7230096 per coordinare la produzione.
Vi informeremo poi a riguardo della distribuzione delle mascherine, in base a quante ne verranno prodotte».

Un progetto lodevole

Un progetto lodevole che vede la partecipazione di molte parti appartenenti alla stessa realtà e tutte spinte dalla voglia di realizzare qualcosa di utile per la comunità.
Ancora una volta, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, viene fuori il lato altruista delle persone che sono pronte ad allearsi per poter fronteggiare il nemico comune che in questo caso è il Coronavirus.