Il paese saluta un grande uomo

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Sotto un cielo grigio che avvolgeva la chiesa parrocchiale di Monteu da Po, nella mattinata di mercoledì 28 febbraio, si sono raccolti parenti e amici di Giorgio Marchetti, per assistere ai funerali, celebrati dal parroco, don Armand.

Il paese saluta un grande uomo

C'erano anche coloro che l'hanno solo appena conosciuto e molti tra i presenti ricordavano la sua bella figura asciutta e atletica, con un sorriso che gli faceva brillare gli occhi, sempre disponibile a comunicare con le persone che incontrava con un caloroso saluto e con un dialogo improntato alla semplicità, chiarezza e correttezza dei contenuti.

Dal 1988 abitava a Monteu da Po, nel centro storico, con un giardino e orto a cui riservava buona parte del suo tempo libero con passione, come per la casa a cui dedicava tutto sé stesso per mantenerla impeccabile, insieme alla moglie Maria.

Era uno sport

Aveva lavorato alla Michelin e aveva la passione del calcio e quando, a causa dell'età, aveva dovuto smettere di giocare, si era dedicato alla bici da corsa. Era facile incontrarlo per le vie del paese mentre iniziava il suo tour per le colline della zona o al ritorno; sino all'anno scorso, a 82 anni, aveva continuato a pedalare, senza problemi di affaticamento.

Aveva le passione anche per le automobili e soprattutto per le motociclette. Mara, una delle due figlie, che da anni abita in Brasile, ci racconta che l'ultimo giro in moto l'aveva fatto nel 2018 proprio lì, in quel paese: e che uno dei suoi progetti era di ritornarci appena si fosse rimesso dalla malattia dalla quale, sino all'ultimo aveva lottato in tutti i modi, consapevole della gravità ma con tanta energia e voglia di vivere anche solo un giorno in più. Insieme a Mara, la sorella Sonia che abita a Torino e che l'ha assistito in questo ultimo periodo lo ricorda: «E’ sempre stato un papà molto presente e molto affettuoso, era molto difficile prendersi una sgridata da parte sua».

Ha venduto la casa di Monteu a malincuore solo quando si è reso conto che stava diventando difficile occuparsene; era sempre stato il suo sogno avere una casa in campagna.

Durante la pandemia per il Covid-19 nella primavera del 2020, nella via in cui abitava, i vicini di casa avevano deciso di affacciarsi ciascuno sulla porta d'ingresso che dà sulla strada; a un'ora stabilita si salutavano con la mano da lontano, gridando il messaggio di presenza e di star bene. Giorgio era sempre il primo ad aprire quel bel portone di legno, realizzato da uno storico falegname di Monteu da Po. Conclusa l'emergenza Covid, si era attivato con gli altri a realizzare una bella festa “di buon vicinato”.
Prima che si trasferisse a Torino, aveva organizzato un pranzo offerto ai vicini che nel tempo erano diventati anche amici.

Sorridente, allegro, ottimista e con la grande carica di vita che trasmetteva a tutti, così lo si vuole ricordare. Un pensiero profondo va alla sua famiglia e a coloro che gli hanno voluto bene: «Grazie Giorgio».

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