‘Ndrangheta, assolto Fabio Germani
Si è chiuso a Torino il processo di appello bis legato ai biglietti della Juventus.
‘Ndrangheta, assolto Fabio Germani. Si è chiuso a Torino il processo di appello bis legato ai biglietti della Juventus.
‘Ndrangheta, assolto Fabio Germani
«Siamo molto felici dell’esito del procedimento che ha comportato per Fabio Germani un arresto e una lunga sofferenza processuale».
Non va oltre, l’avvocato torinese Michele Galasso, nel commentare la sentenza della Corte d’Appello di Torino che lunedì 15 giugno ha assolto Fabio Germani, l’imprenditore chivassese (ex capo ultras della Juventus) coinvolto nell’inchiesta Alto Piemonte la cui condanna al precedente processo d’appello (in primo grado era stato invece assolto) era stata annullata nel 2018 da una sentenza della Corte di Cassazione.
Secondo i giudici romani, infatti, non c’era prova che Germani, difeso appunto dall’avvocato Galasso, fosse consapevole di aiutare alcuni ‘ndranghetisti ad entrare in contatto con la società bianconera.
Il loro obiettivo, quello di mettere le mani nel redditizio giro dei biglietti.
Secondo l’accusa, invece, il ruolo di Germani sarebbe stato quello di «anello di collegamento» tra il mondo della tifoseria bianconera e Saverio e Rocco Dominello, padre e figlio di Montanaro, sospettati di essere esponenti della potente cosca di ‘ndrangheta Pesce - Bellocco.
La vicenda
I guai di Fabio partono dalla conoscenza, lontana nel tempo, di Rocco Dominello, fratello di quei Michele e Salvatore arrestati nel corso dell’operazione «Colpo di Coda».
Secondo le accuse, ricordiamo cadute lunedì, a un certo punto Fabio Germani avrebbe messo in contatto Rocco e suo padre Saverio con alcuni dirigenti dei settori sicurezza e biglietteria della Juventus, «Così creando loro opportunità di tipo economico - imprenditoriale in detto settore».
La difesa aveva subito puntato sul fatto che Fabio Germani non sapesse nemmeno dell’esistenza della ’ndrina Pesce Bellocco, e che tanto meno sapesse che i due Dominello ne facessero parte.
Ed è proprio su questo punto che si era basata la Cassazione annullando la sentenza, ovvero sulla estraneità di Germani al mondo della criminalità organizzata.
Il vero business che, sempre stando al lavoro degli inquirenti, avrebbe però portato soldi nelle casse delle cosche sarebbe stato quello dei biglietti per le varie partite organizzate nello Juventus Stadium. E qui sarebbe entrato in gioco Germani, che da tempo aveva disponibilità di biglietti in forza del suo ruolo nella tifoseria.
Per Germani è la fine di un incubo, vissuto sin dal primo giorno con profonda sofferenza personale, anche se, in linea teorica, una volta lette le motivazioni della sentenza di assoluzione la Procura Generale potrebbe nuovamente ricorrere in Cassazione.