A tu per tu con Vittoria Castagnotto
Il volto carismatico di Netweek Calcio Show, tra sogni, sport e spettacolo

Ha una bellezza solare e una personalità dirompente: Vittoria Castagnotto è il volto carismatico di Netweek Calcio Show. Conduttrice, presentatrice e oggi anche attrice, si racconta in una chiacchierata sincera, dove emergono sogni, ambizioni, e l’energia contagiosa di chi ha fatto della comunicazione una professione. Dalle colline torinesi agli studi televisivi, passando per il grande amore per il Toro, Vittoria ci accompagna in un viaggio fatto di determinazione, gavetta e autenticità.
A tu per tu con Vittoria Castagnotto
Ci racconti chi è Vittoria?
«Sono una ragazza, o meglio, "fanciulla", come spesso dico, cresciuta nelle meravigliose colline bucoliche limitrofi alla città di Torino, un paese di poco più di mille abitanti, che però ha sempre avuto grandi sogni e non ha mai voluto accontentarsi, grata di ciò che aveva ma ambiziosa e determinata. A tal proposito voglio condividere con chi ci legge un messaggio Whatsapp che mi ha mandato mio papà proprio l'altro giorno, del resto, chi meglio delle persone che fanno parte del nostro quotidiano ci può descrivere, conoscendoci nel profondo? Orbene, il messaggio recitava testuale: “Ho sentito una cosa bellissima detta da Papa Francesco ai giovani: ‘Ragazzi seguite i vostri sogni; un giovane che non ha sogni non ha capito nulla dalla vita’, non ho potuto fare a meno di pensarti”. Ecco, per concludere la risposta, visto che ormai tra social e TV in tanti mi chiamano "Vittorina", chi sono io? Una "Vittorina sognatrice". È sempre stata la mia caratteristica predominante, un esempio? La tesina che feci alla maturità al liceo era incentrata sull'Edemonismo, una dottrina filosofica secondo cui la felicità è l'obiettivo fondamentale della vita umana. E credo che i sogni siano proprio il carburante della nostra felicità. Ovviamente nel realizzarli ma anche nel perseguirli e prodigarsi per ciò in cui si crede».
Come è nata la tua passione per lo sport?
«Ho praticato sport sin da bambina, e credo che questo abbia contribuito a farmi cogliere l'importanza di un gruppo, di una squadra e di quanto bene una disciplina possa fare alla nostra salute. Poi, crescendo, uno degli aspetti che maggiormente ho apprezzato è la forza dello sport: quanto possa unire, insegnare e svagare. Basti pensare a uno stadio: vedere tutte quelle persone entusiaste, che si godono l'evento e che magari staccano per un po’ da un eventuale problema o pensiero che li attanaglia. Lo sport è energia, un'energia buona che fa bene all'anima. Ed è per questo che, secondo me, sarebbe molto importante preservare sempre un ambiente di rispetto e condivisione, combattendo gli episodi sporadici, ma che ahimè esistono ancora, di razzismo e mancanza di altruismo».
Per quale squadra tifi?
«Ho iniziato a tifare Toro guardando le partite con mio nonno paterno, Luigi. Lui mi raccontava di quel "Grande Torino" e delle imprese che aveva compiuto. Il peso specifico di una storia così grande. Poi uno dei primi programmi tv che feci era proprio sul calcio granata, a seguito del quale mi affidarono la conduzione di "Mondo Toro", e, vi strappo un sorriso, mio nonno materno, Ugo, mi faceva i video con i suoi pronostici. Entrambi i nonni granata: la nipote non poteva che esserlo!».
Fin da bambina il tuo sogno nel cassetto erano la televisione e il mondo dello spettacolo?
«Non direi esattamente "fin da bambina". Alle elementari ero iper timida, nelle foto di classe mi nascondevo, non volevo farle. Non ci credereste, ma in prima, seconda e terza elementare ero assolutamente seria. Ogni tanto riprendo i ricordi e le foto di classe mi lasciano incredula. Ora sono l'esatto opposto: sorrisoni giganti stampati sulla bocca e poi tutto il resto vien da sé. Alle medie sono cambiata molto, ho iniziato a scoprire che mi piaceva parlare in pubblico e mi sono candidata come rappresentante di classe, e così anche al liceo. Mentre frequentavo l'università ho iniziato a fare i miei primi programmi televisivi, per alcune emittenti locali, leggevo i messaggi che arrivavano dai telespettatori. Però mi "prendevo sempre un po’ di spazio", nel senso che non mi limitavo a leggere ciò che mandavano, bensì li commentavo o approfittavo di quel momento per aggiungere un commento personale. Lì ho capito che mi sarebbe tanto piaciuto fare lo step successivo e condurre».
Come è iniziata la tua carriera?
«Scrivevo degli articoli sul Torino calcio per una testata web, poi questa testata decise di fare un programma televisivo in una emittente piemontese e mi prese come ragazza dei social, affinché leggessi i messaggi delle persone. In concomitanza mi presero con lo stesso ruolo ma in un programma musicale, dove dopo 3 anni passai alla co-conduzione. Nel mentre mi proposero di fare un programma "tutto mio" sempre sul Torino Calcio, e quella fu la mia prima conduzione in solitaria.
In seguito andai a fare un provino per 7gold e indovinate? Ri-iniziai a leggere i messaggi, ahah. Al mio secondo anno passai alla co-conduzione de "Il Processo" insieme a Maurizio Biscardi, l'anno successivo feci "Il Processo del martedì" sempre insieme a Maurizio, e poi la rete mi mise a condurre "Diretta Stadio".
Una bella gavetta direi, che dite? Ma sono profondamente contenta che gli sforzi siano stati ripagati e che io oggi faccia parte della incredibile famiglia di Netweek, per cui conduco due volte alla settimana "Netweek Calcio Show"».
Il ricordo più bello in ambito professionale e quello più brutto?
«È difficile trovare un solo ricordo professionale degno di nota, ogni anno ha avuto la sua "ciliegina sulla torta". Capisco che non possa fare la lista degli ultimi 10 anni, facciamo degli ultimi 3? Quest'anno per ora mi ha regalato come soddisfazione più grande l'uscita del film "Dicono di te", regia di Carteni, in prima serata Rai2, nel quale io interpreto il ruolo di Sheila, ed è stato il mio primo ruolo così importante, sperando che possa essere solo l'inizio. L'anno scorso, il 2024, l'entrata nella grande famiglia di Netweek e il 2023 l'esperienza che ho fatto nel partecipare a "Stasera tutto è possibile" su Rai2. Il ricordo più brutto riguarda un provino che feci per un programma: passai la prima selezione, la seconda e infine la terza. Mi dissero che ero stata presa, poi fecero marcia indietro e presero una ragazza che non era presente alla selezione finale».
Oltre al calcio segui altri sport?
«Oltre al calcio seguo il Padel. È da tre anni che faccio per SuperTennis il programma itinerante per tutto il nostro meraviglioso Paese, "Italia's Got Padel". E sono stata inviata anche per il Major di Roma e del P2 di Genova. Uno sport che sta prendendo sempre più piede e che ha come punto di forza il fatto che tutti possano giocarci».
I tuoi hobby?
«Mi piace molto allenarmi all'aria aperta, se le temperature lo consentono. Trovo sempre il tempo per eseguire i miei workout, a costo di farli alle undici di sera, in una stanza di hotel dopo aver finito una giornata di riprese. Adoro il mio cagnolone Ray, è un pastore tedesco intelligente e coccolone, e ogni volta che posso mi godo il tempo con lui. Passeggiate in mezzo ai boschi e un buon tè caldo nel mio thermos immancabile poi sono un must. Dicono sia brava a cucinare i dolci ed effettivamente prepararli per gli altri mi dà grandi soddisfazioni.
Tua mamma è di Castagneto Po hai legami con questo territorio?
«Sebbene mia mamma non viva più a Castagneto Po, porto il paese nel cuore. Era dove vivevano i miei nonni, ne ho ricordi bellissimi. Adoro il verde, la natura e i luoghi tranquilli, quindi ci torno volentieri. Poi se mamma ci è cresciuta così bene, una ragione ci sarà...».
Da grande, perché sei ancora giovane, come ti vedi?
«Vorrei esser presente sempre più nelle case di tutti gli italiani, con magari più appuntamenti settimanali televisivi, portando buonumore e spensieratezza, e avere l'opportunità di girare altri film, mi piacerebbe moltissimo fare anche una fiction. Grazie di cuore per la vostra attenzione, che i vostri desideri possano realizzarsi».