l'ultimo saluto

Addio al geometra Gastaldo, appassionato di bocce, sport e poesia

Nei suoi album, custoditi con cura, le immagini e i ritagli di giornale che raccontano una Chivasso che non c’è più

Addio al geometra Gastaldo, appassionato di bocce, sport e poesia
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Quando leggerà queste parole (e siamo sicuri che riuscirà a farsi recapitare una copia de «la Nuova Periferia» ovunque si trovi), molto probabilmente Franco scuoterà la testa e armato di penna cercherà, e certamente troverà, qualche errore di battitura, qualche ripetizione, qualche frase che «Non gira, non si capisce».

Addio al geometra Gastaldo

Franco Gastaldo, il Geometra Franco Gastaldo, si è spento domenica 18 agosto nella sua casa di via San Maurizio, nel Borgo San Pietro, vinto da un male contro cui lottava da tempo ma che si è accanito negli ultimi giorni, nonostante gli sforzi della sua amata moglie Laura e dei medici della «Samco - Faro».
Classe 1946, ex dipendente della Regione Piemonte, già Consigliere Comunale per due legislature ai tempi d’oro della politica chivassese (per una manciata di voti non era entrato in Provincia, un suo cruccio) e già nel Parco del Po, Franco ha vissuto profondamente la città, riportando ruoli di rilievo in associazioni culturali e sportive.

Numerosi i suoi ricordi

Nei suoi album, custoditi con cura, le immagini e i ritagli di giornale che raccontano una Chivasso che non c’è più: quella delle feste in grado di attirare centinaia, se non migliaia di persone, delle «riviste» al Politeama (ai tempi di Angelo Bottero e Ferruccio Rivelli), delle partite di pallavolo che lo vedevano sempre accanto alle sue «ragazze», in veste di presidente della Fortitudo.
E poi le bocce, quelle sfide serali che lo portavano in ogni angolo di Piemonte e Liguria (senza disdegnare appuntamenti anche più lontani) portando avanti quel colori de «La Tola» (di cui era stato anche Commissario Tecnico) che ci ha aiutati a raccontare con passione e dovizia di particolari. Un taglio pungente, il suo, ma mai per colpire, sempre e solo per spronare a dare il meglio sugli sterrati come nella vita.

Amava scrivere poesie

Ricordare Franco significa anche ricordare le sue poesie, che spesso pubblicavamo sulle  pagine de la Nuova Periferia di Chivasso e Vercellese (a Natale come per la Festa della Mamma) e che lo hanno visto protagonista in più occasioni al centro d’incontro «Felice Donato», ultimamente al Circolo dei Lucani o andando indietro nel tempo negli appuntamenti organizzati da «Nòst Piemont», club ideato da Wilma Avanzato e riservato agli appassionati della cultura della nostra regione. Due anni fa era stato anche protagonista di un incontro con gli scrittori chivassesi organizzato dall’allora assessore Tiziana Siragusa.
Per noi della redazione, Franco era una vera memoria storica, a cui attingere in ogni occasione. Bastava chiamarlo, porre un quesito o chiedere un ricordo di un personaggio illustre da poco scomparso, per vederlo varcare, dopo pochi minuti, la soglia della redazione con un biglietto, scritto a mano, in pugno. Aveva una capacità innata in questo, nel descrivere a fondo una persona senza mai cadere nello scontato, nella banalità.
I suoi funerali sono stati celebrati da don Davide Smiderle martedì 20 agosto, in Duomo.

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