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Alessia e Fabio regalano un futuro più bello a bimbi e adulti in difficoltà

Hanno deciso di vivere l’esperienza dell’affido che gli ha donato molte emozioni

Alessia e Fabio regalano un futuro più bello a bimbi e adulti in difficoltà
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Tre figli naturali, una famiglia, e la scelta di accogliere dei bambini. Questa è la storia di Alessia Rossato, assistente sociale, con suo marito Fabio Succo, informatico, che da tempo si occupano di prendere in affido minori provenienti da famiglie in difficoltà.

Alessia e Fabio regalano un futuro più bello

«L’idea dell’affido - riferisce Alessia - è nata quando sono venuta a conoscenza del fatto che tanti bambini stanno nelle strutture perchè ci sono poche famiglie disposte a prenderli in affido. A quel punto mi sono detta: «Ma io lo farei?». Era il 2002. Sono dunque entrata a fare parte dei gruppi di mutuo aiuto e dell’associazione Papa Giovanni XXIII finchè ho preso la prima bambina in affido che dopo undici anni è tornata alla famiglia d’origine. Ho dunque capito che «Non si può dare per carità ciò che è dovuto per giustizia», così insegnava don Oreste Benzi, perchè è giusto dare una famiglia a chi non ce l’ha». Da allora ne è passato di tempo, quanti sono stati i bambini presi in affido in questi vent’anni?

L'esperienza

«Complessivamente quattordici (otto minori in affido e quattro adulte oltre a due in diurno) - risponde Alessia - Dopo la prima bambina, sono passati tre neonati andati poi in adozione e una ragazza sedicenne tornata poi a casa. Abbiamo poi preso tre ragazze nigeriane arrivate dal percorso della tratta. Una di loro era incinta e quando è nata sua figlia sono diventata sua madrina mentre mio marito suo padrino. E’ stata una storia bellissima. Le abbiamo aiutate a reinserirsi nella società, a «riprendere in mano la loro vita» e pure ad avere un lavoro. Ancora adesso siamo in contatto con tutte e tre diventate ormai donne e madri di famiglia. In seguito, ha vissuto con noi per meno di un anno una ragazza adulta italiana con delle fragilità. E per alcuni anni due adulti disabili hanno trascorso delle giornate con noi. Infine, adesso, abbiamo in affido tre ragazze. Si tratta di Barbara, disabile, 16 anni, è arrivata da noi quando aveva tre anni. Abbiamo da cinque anni anche una ragazza straniera non accompagnata del Mali, 19 anni, e una ragazza di 23 anni che abbiamo accolto quando aveva undici anni». Entusiasti sono anche i figli naturali: MariaChiara, 19 anni, Mattia, 14 anni e Simone, 13 anni (più Samuele in cielo perso nel corso della gravidanza). «Questa esperienza ci ha ha dato tanta soddisfazione ma anche fatica permettendoci uno scambio culturale e umano affascinante ed importante» spiega Alessia. La realtà dell’affido è però ancora poco conosciuta. «Nella zona di Torino, Vercelli, Asti, Alessandria riceviamo circa un centinaio di richieste di accoglienza all’anno dai servizi sociali ma sono ancora poche le famiglie o i single (senza limiti d’età) che accolgono in affido- spiega Alessia pure referente- Se aumentasse la cultura dell’accoglienza, ci sarebbero meno bambini nelle comunità. C’è dunque bisogno di seguire questa strada».

Ed Alessia e Stefania Rossato, anch’essa di recente intervistata, sono due sorelle che questa strada l’hanno intrapresa da tempo.

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