Anche due 16enni piemontesi tra gli italiani bloccati da giorni a Malta causa Covid
Tra loro ci sarebbe anche un bambino di 10 anni.
Continua l’isolamento in albergo per due 16enni piemontesi bloccati a Malta in quarantena Covid con oltre un centinaio di altri italiani, tra i quali molti minorenni. Tra loro ci sarebbe anche un bambino torinese di 10 anni. Ma è un elenco in continuo aggiornamento.
Studenti piemontesi bloccati a Malta
Sono chiusi in un hotel di Malta ormai da giorni i due ragazzi piemontesi di 16 anni bloccati sull’isola per la quarantena Covid. Erano partiti ai primi di luglio da Castiglione Torinese e da San Mauro per una vacanza studio, un premio dopo l’anno pesante segnato dalla didattica a distanza. Ma il soggiorno si è trasformato presto in un’esperienza ancora più difficile. A pochi giorni dall’arrivo infatti è scattato l’isolamento in una camera d’albergo con altri due ragazzi francesi uno dei quali è poi risultato positivo al Covid. Ora la quarantena per i due è prevista fino al 21 luglio, sempre che continuino ad essere negativi. Al momento non sono stati ancora sottoposti a tampone molecolare.
150 gli italiani bloccati
La loro è una storia simile a quella di altri studenti arrivati a Malta per studiare inglese e ora bloccati per positività al tampone o perché entrati in contatto con compagni positivi. Sono 150 gli italiani, ma vi sono anche spagnoli e francesi. Sono stati smistati in sei diversi alberghi dell’isola. Secondo fonti diplomatiche tra i nostri connazionali sarebbero almeno 60 i positivi. Ma sono numeri che vengono aggiornati quotidianamente.
Anche un bambino di 10 anni
Un altro caso riguarderebbe anche un bambino di 10 anni, torinese, partito il 6 luglio e che dovrebbe tornare il 20. La famiglia tramite il suo avvocato ha chiesto un rientro anticipato per paura che un eventuale contagio possa allungare per un tempo indefinito la sua permanenza sull'isola.
Diversi focolai sull'isola
A Malta, infatti, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 179 nuovi casi Covid: non succedeva dal mese di marzo. Sono infatti diversi i focolai formatisi nelle scuole bilingue, ma le famiglie italiane chiedono alla Farnesina di poter fare il possibile affinchè i ragazzi rientrino in Italia al più presto per poter concludere la quarantena a casa.