CRESCENTINO

«Asl di Vercelli? No, restiamo nella To4»

Il sindaco rilancia sulla medicina di base e di prossimità: «Rafforzare le Case della Salute per rispondere alle reali esigenze»

«Asl di Vercelli? No, restiamo nella To4»
Pubblicato:

Perché Crescentino rimane sotto l’azienda sanitaria Torino 4 invece di passare a quella di Vercelli? In molti si pongono questa domanda dopo aver letto le criticità sul Pronto soccorso. Tra questi, Enrico Borgondo, ex presidente del Consiglio comunale di Crescentino, sempre attento alle dinamiche del territorio e alle sue esigenze. E questa volta, la situazione, l’ha toccata con mano dopo aver vissuto il ricovero di suo papà in Pronto soccorso a Chivasso.

«Asl di Vercelli? No, restiamo nella To4»

Una questione legittima che abbiamo sottoposto al sindaco Vittorio Ferrero, profondo conoscitore del settore sanitario grazie alla sua esperienza come ex presidente del comitato locale della Croce Rossa e attuale presidente regionale della CRI.

«Crescentino appartiene all’Asl To4 da oltre quarant’anni. Siamo aperti a miglioramenti, ma territorialmente rientriamo in questa azienda sanitaria – spiega Ferrero –. Va però sottolineato che i nostri cittadini, come quelli degli altri Comuni, hanno piena libertà di effettuare visite ed esami in qualsiasi Asl del territorio. I crescentinesi, infatti, si rivolgono non solo all’ospedale di Chivasso, ma anche a quelli di Vercelli e Casale Monferrato. È importante ricordare, comunque, che le emergenze sanitarie vengono gestite dall’ospedale più vicino, che per noi è Chivasso, a 19 chilometri di distanza, contro i 35 necessari per raggiungere Vercelli».

Ferrero sottolinea inoltre come la suddivisione territoriale in ambito sanitario sia una questione complessa, determinata da numerosi fattori, sui quali un sindaco non ha alcun potere decisionale. Tuttavia, è consapevole del fatto che Crescentino, essendo una città di confine tra due province, si trovi in una posizione peculiare.

La questione Pronto soccorso

«Il problema dei nostri Pronto Soccorsi, in particolare quello di Chivasso, è legato alla gestione delle cronicità, soprattutto tra gli over 65, in momenti di picco influenzale – prosegue Ferrero –. Ecco perché credo fermamente nelle Case della Salute e negli Ospedali di Comunità. Queste strutture, grazie alla presenza di medici di base e specialisti, possono prendersi cura di pazienti cronici, riducendo la pressione sui Pronto Soccorsi. L’invecchiamento della popolazione ha infatti generato un aumento delle esigenze sanitarie, e a saturare i Dea non sono i casi di emergenza, come politraumi o infarti, ma coloro che, dopo giorni di dolori non risolti, si rivolgono ai Pronto Soccorsi. Per questo è fondamentale investire seriamente nella medicina di base e di prossimità».

Ferrero non avvierà dunque una battaglia per il passaggio dall’Asl To4 a quella di Vercelli. La sua priorità sarà piuttosto garantire un rafforzamento della medicina territoriale, considerata la vera soluzione ai problemi attuali.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali