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Aumentano i nuovi poveri, la Caritas ha le scorte dimezzate

Sono tante le famiglie che chiedono aiuto perché soffocate da debiti, finanziamenti e bollette

Aumentano i nuovi poveri, la Caritas ha le scorte dimezzate
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La povertà sempre crescente sta mettendo in crisi non solo le famiglie in difficoltà economica, ma anche le associazioni del territorio che ogni giorno vedono i propri volontari mettersi al servizio del prossimo.

La Caritas ha le scorte dimezzate

La situazione è stata ben spiegata dai volontari del Centro caritatevole Madonna del Rosario che, accanto ad un aumento del numero di richiedenti aiuto, ha registrato una netta diminuzione dei beni alimentari a disposizione per essere consegnati. Il Centro, in convenzione con il Banco Alimentare, soffre a cascata della situazione di indigenza che ha toccato per primo proprio il Banco che con una nota ha fatto sapere che le entrate di derrate alimentari nei magazzini piemontesi sono diminuite del 47,1% rispetto al 2023. Tale riduzione sarebbe legata ai ritardi di approvvigionamento dei prodotti Agea finanziata dal Fondo di aiuti europei agli indigenti. Non solo sono diminuiti gli arrivi di beni alimentari, che diversamente dai mesi passati non permettono di creare alcuna scorta nei magazzini delle associazioni locali, ma si è anche ridotta la varietà dei pochi alimenti che arrivano, ormai limitati a pasta, tonno, riso e, talvolta, latte.
Al Centro caritatevole Madonna del Rosario si registrano ormai da tempo una media di tre nuove richieste al mese, per un totale di circa duecento persone assistite.

Aumentano i nuovi poveri

Situazione analoga è anche quella registrata dall'associazione Punto A Capo di Lina Borghesio: «Il problema è serio e diffuso: la povertà ormai non è legata solo alla difficoltà di mettere insieme il pranzo con la cena infatti sono in tanti che ci chiedono aiuto per pagare gli affitti e altrettanti coloro che, non essendo riusciti, sono ora alla ricerca di una nuova sistemazione», ha riflettutto Lina Borghesio.
«Rispetto ai tempi passati - ha aggiunto - possiamo dire che le richieste siano aumentate del 25-30%: incremento registrato in particolar modo a seguito dell'eliminazione del reddito di cittadinanza, manovra che andava meglio controllata piuttosto che interrotta  del tutto. Si può quindi dire che la povertà sia peggiorata proprio perché i problemi si accavallano e venirne a capo mette le famiglie di fronte a serie difficoltà.
Trovo poi preoccupante l'abbassamento dell'età media delle persone che cadono in povertà: basti pensare che la nostra mensa è frequentata da persone adulte ma giovani. Sono tante le associazioni del terzo settore che per senso di responsabilità si organizzano per dare una mano al prossimo ma sarebbe interessante capire se all'interno dei servizi che dovrebbero occuparsi istituzionalmente del grave problema della povertà ci sia un progetto che riguardi queste nuove fasce di persone in difficoltà».
Anche i volontari della Caritas hanno concordato sul periodo di grande difficoltà economica: sono tante le famiglie italiane che ogni mese arrivano a chiedere un aiuto all’ente caritatevole perché soffocati da debiti, finanziamenti e scadenze. «Oltre a coloro che chiedono un aiuto prettamente economico non mancano poi i tanti che hanno bisogno di alimenti per se stessi e per la famiglia. Il problema è che le donazioni sono sempre di meno al pari degli arrivi da parte del Banco Alimentare, i magazzini nostri e loro sono quasi svuotati e ciò che ci arriva è spesso prossimo alla scadenza pertanto da distribuire in fretta. Spesso chi pensa alla Caritas pensa alla donazione di vestiti: sono utilissimi ma ora più che mai abbiamo bisogno di sostegno economico e di donazioni di beni alimentari a lunga conservazione. Le famiglie in difficoltà sono tante e anche noi associazioni caritatevoli facciamo fatica a venire incontro a tutte».

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