Bimbo trapiantato: per lui l'asilo potrebbe iniziare il 17 settembre

A condizione che vengano consegnati tutti i certificati dei vaccini.

Bimbo trapiantato: per lui l'asilo potrebbe iniziare il 17 settembre
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Si parla del caos vaccini anche a Chivasso. Dove un bambino trapiantato inizierà l'asilo una settimana dopo perchè non tutti avevano consegnato i certificati in cui si attesta che sono stati eseguiti i vaccini.

Caos vaccini

Si torna a parlare del caso vaccini. In pochi giorni, la petizione su «Change.org» ha raggiunto quasi 300 mila firme,  300 mila persone che hanno scelto di condividere la battaglia di tanti papà e mamme di bambini immunodepressi. Bambini che non possono essere vaccinati e che rischiano moltissimo a condividere le aule di scuola con chi vaccinato non è, invece, per scelta dei propri genitori.

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L'inserimento alla scuola materna

La scuola, in via precauzione ha stabilito che Nicolò inizierà l'inserimento alla materna lunedì 17 settembre (ultimo giorno in cui è previsto l'inserimento a scuola secondo un'organizzazione interna) proprio per avere più tempo per raccogliere i certificati vaccinali. «Ho detto chiaramente ai genitori, durante un riunione, quanto sia importante per mio figlio essere in contatto con bambini in regola con i vaccini. Questo riguarda i nuovi iscritti. Sono però preoccupata perchè ritengo che se i certificati non sono stati consegnati e perchè i vaccini non sono stati effettuati. Adesso attendiamo e vedremo. Intanto Amministratori comunali e Asl si stanno muovendo per comprendere quale sia la reale situazione. Attendiamo e speriamo che lunedì mio figlio possa iniziare la scuola materna».

La battaglia di Alessia

 

In prima fila, in questa battaglia, c’è anche Alessia, di Chivasso, madre del piccolo Nicolò: «Mio figlio è nato il 31 ottobre del 2015, e quando aveva 8 mesi gli è stata diagnosticata al Regina Margherita di Torino una malattia metabolica rara, la glicogenosi 1a.  - dice Alessia - In pratica al suo fegato mancava l’enzima che fa rilasciare gli zuccheri, e lui era costretto a mangiare al massimo ogni tre ore per non andare in ipoglicemia. La notte era alimentato attraverso un sondino naso gastrico e una pompa del latte, in modo che potesse dormire tranquillo.
Da subito i medici ci parlarono del trapianto di fegato ma io ero contrariata per mille paure. Mio marito, invece, era più deciso. Nel novembre del 2016 Nicolò fece una brutta ipoglicemia che mi spaventò tantissimo, così decidemmo di iniziare gli esami per entrare in lista. Abbiamo firmato il 1 dicembre del 2016 e dopo 9 mesi, il 3 settembre 2017, ci chiamarono che era arrivato il dono per Nicolò».

 

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