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Black Friday Amazon, lavoratori in sciopero a Brandizzo e Torrazza

Questa mattina a Brandizzo, oggi pomeriggio a Torrazza.

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Oggi, venerdì 25 novembre, nel giorno del Black Friday Amazon anche in Italia, la Cgil è fuori dai magazzini per parlare con lavoratrici e lavoratori e chiedere ad Amazon una maggiore responsabilità sociale.

 

Black Friday Amazon, lavoratori in sciopero a Brandizzo e Torrazza

Oggi, venerdì 25 novembre, nel giorno del Black Friday Amazon anche in Italia, la Cgil è fuori dai magazzini per parlare con lavoratrici e lavoratori e chiedere ad Amazon una maggiore responsabilità sociale.

Una manifestazione promossa al mattino nel centro di Brandizzo mentre nel pomeriggio nel polo logistico di Torrazza Piemonte.

Un'iniziativa per diffondere la campagna di tutela nei confronti di chi lavora in Amazon: verso le lavoratrici e i lavoratori diretti, in somministrazione, delle aziende in appalto all’interno dei magazzini e i driver delle aziende che fanno le consegne. Un'occasione per unire le rivendicazioni è stato ed è l’unico modo per realizzare risultati concreti per tutti i lavoratori della filiera Amazon:

Non è un caso se solo in Italia, dove abbiamo unito le forze, siamo riusciti a sederci al tavolo con la Multinazionale e ad aprire un dialogo. Lavoratrici e lavoratori, insieme, fanno la differenza.

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Le richieste del sindacato

Con un volantino i sindacati sottolineano ciò che richiedono all'azienda:

Chiediamo coinvolgendo nelle scelte il sindacato, le RSA/RSU, lavoratori e lavoratrici; Redistribuendo il profitto; Stabilizzando le lavoratrici e lavoratori precari e cessare le pratiche di controllo ossessivo dei lavoratori e condividendo le decisioni in merito al trattamento dei dati sensibili raccolti.

Basta turnover selvaggio dei somministrati

Il massiccio ricorso al lavoro somministrato va ridotto al necessario fisiologico e deve essere garantito il massimo della continuità lavorativa. Basta turn over selvaggio, fermo restando che la modalità principale di rapporto di lavoro negli stabilimenti Amazon deve essere quella della dipendenza diretta, a tempo indeterminato.

Con l’Accordo abbiamo condiviso che il prossimo confronto verterà sulle modalità di stabilizzazione del lavoro precario.

Basta controlli indiscriminati sul personale

Le tecnologie di sorveglianza, immagini e dati, usate da Amazon devono essere coerenti con le norme. No al controllo dei lavoratori per spingerli a lavorare più intensamente e più velocemente di quanto sia accettabile in termini di sicurezza e tutela della salute. Inoltre, i dati raccolti dai sistemi tecnologici devono essere resi disponibili ai lavoratori e ai loro rappresentanti e non devono produrre interventi disciplinari.

Basta ritmi di lavoro asfissianti

I ritmi e i tempi di lavoro vanno discussi con il Sindacato e le RSA/RSU per evitare modalità che possano danneggiare la salute psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori.

Secondo un’indagine Uni Global, infatti, chi lavora in Amazon, in tutto il mondo, denuncia stress e ansia dovuti al ritmo di lavoro intenso e al monitoraggio tecnologico intrusivo della sua performance.

Il sondaggio creato dalle Organizzazioni Sindacali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori Amazon in tutti i Paesi è ancora aperto, se vuoi partecipare ecco il link al questionario. È composto da poche domande e le tue risposte saranno del tutto anonime.

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