25 novembre

«Bloccata la mostra contro la violenza sulle donne: scelta inaccettabile»

La rabbia di Caminotto che però è soddisfatta dell’appoggio dei cittadini alla raccolta fondi

«Bloccata la mostra contro la violenza sulle donne: scelta inaccettabile»

L’aria a Verolengo si è fatta tesa dopo lo stop inatteso all’inaugurazione della mostra contro la violenza sulle donne organizzata dalla Pro Loco. Un’iniziativa preparata da volontari e pensata per accompagnare un percorso di sensibilizzazione già avviato in paese. A denunciare quanto accaduto è la capogruppo di opposizione, Daniela Caminotto, che parla di una decisione «tanto improvvisa quanto inspiegabile».

«Bloccata la mostra contro la violenza sulle donne»

«Parliamo di un’iniziativa della Pro Loco di Verolengo, non di un progetto politico, ma di un lavoro costruito da volontari della comunità, me compresa come semplice socia. E lo ricordo perché nella Pro Loco ci sono anche persone molto vicine all’Amministrazione: quindi nessuno può insinuare che fosse un evento “di parte”. A settembre, durante l’inaugurazione di VeroLeggo, una parte della mostra era già stata esposta. Il vicesindaco e due assessori erano presenti, hanno visto tutto, hanno fatto complimenti, hanno detto chiaramente di apprezzare sia il progetto sia l’associazione a cui sarebbe andato il ricavato del mercatino dei libri. Non hanno avuto niente da ridire. E la foto ricordo lo dimostra, tutti insieme per un unico obiettivo».
Secondo Caminotto, ciò che sorprende è il repentino cambio di rotta arrivato poche settimane dopo. «A fine ottobre, all’improvviso, l’atteggiamento si capovolge: niente inaugurazione, niente cerimonia. Nessuna motivazione vera. Solo scuse generiche: i tempi, la logistica, l’orario del Comune. Giustificazioni che non stanno in piedi neanche per un secondo. Lo sanno tutti che il Comune viene aperto la sera ogni volta che serve: per le riunioni, per i consigli comunali, per qualunque cosa si voglia fare davvero. Quando c’è la volontà, le porte si aprono. Quando non c’è, si trovano le scuse. E allora la domanda sorge spontanea: cosa è cambiato in così poco tempo?».

«Silenzio pesante della maggioranza»

La capogruppo parla di un «silenzio pesante da parte dell’intera squadra amministrativa», che a suo dire avrebbe scelto di adeguarsi alla decisione della sindaca nonostante l’iniziale entusiasmo. «È difficile non notare che, quando la sindaca ha deciso che questa inaugurazione non s’aveva da fare, il resto della sua squadra abbia semplicemente chinato la testa, nonostante pochi giorni prima avesse manifestato entusiasmo. Questo silenzio improvviso pesa più di mille parole».
Il tentativo di trovare una soluzione alternativa non sembra aver convinto la Pro Loco. «Per “salvare la faccia”, è stato proposto di appendere comunque i quadri, ma senza inaugurazione, senza presentazione, senza consegna del ricavato del mercatino all’associazione, senza spiegazione. Una soluzione che avrebbe trasformato una mostra su un tema delicatissimo in una tappezzeria, un riempitivo messo lì tanto per dire. E questo è irrispettoso, non solo del lavoro fatto, ma del tema stesso».

«Scelta inaccettabile»

Caminotto ricollega l’episodio a precedenti scelte comunicative poco chiare. «Non è la prima volta che si vede questo modo di procedere. L’anno scorso è stato messo in piazza un babaciu avvolto in un telo rosso, senza uno straccio di spiegazione: metà paese pensava fosse un albero di Natale. Quando manca la chiarezza, il messaggio si perde. Quando manca il coraggio, si perde tutto il resto».
Una contraddizione evidente, secondo lei, è anche quella tra il rifiuto dell’iniziativa e l’illuminazione rosa del Municipio per il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. «Un simbolo bello, certo. Ma i simboli hanno senso solo quando sono accompagnati dai gesti. Illuminare un edificio e poi negare un’iniziativa concreta a favore delle donne manda un messaggio che stride, e pure parecchio».

La solidarietà dei verolenghesi

In questo clima, resta però un elemento positivo che la stessa Caminotto mette in risalto: la solidarietà dei cittadini. «In ogni caso, la parte migliore di tutta questa storia rimane la generosità dei cittadini di Verolengo. Il ricavato del mercatino è stato consegnato comunque all’associazione Punto a capo – centro antiviolenza, perché nasce dalla solidarietà delle persone, non dai permessi dell’amministrazione. E questo è l’aspetto che conta davvero».