Cambursano denuncia Castello
Cambursano denuncia Castello
«Voglio solo dire una cosa, poi qualcuno ha delle responsabilità: solo un pazzo, un pazzo che attualmente..., più di un pazzo che hanno gestito la vita pubblica a Chivasso in anni non sospetti, potevano fare un ospedale a metà di un cavalcavia. Questi qui l’hanno fatto e hanno contrattato, ripeto, contrattato una discarica con una zona industriale a scapito di un ospedale che doveva essere fatto nella cascina Sant’Anna dove adesso c’è l’area fallimentare in concordato preventivo di Chind. Questo è il corollario. Ovviamente queste persone di Chivasso se ne sono fregati, sono andate a Roma, hanno fatto la loro carriera politica, e noi ci troviamo un ospedale a metà di un cavalcavia. Critichiamo Ivrea e noi siamo riusciti a fare la stessa cosa, e non è l’Amministrazione Castello...».
Cambursano denuncia Castello
Rispondendo all’opposizione (il tema è sempre quello della viabilità legata al nuovo ingresso dell’ospedale, su via Regis - vedi servizio alle pagine successive), il sindaco Claudio Castello ha pronunciato parole durissime nei confronti dei suoi predecessori.
Non li hai mai nominati (anche se immaginiamo avrebbe voluto farlo) ma non è difficile capire a chi si riferisse.
A sentirsi tirato in causa, l’ex sindaco e senatore Renato Cambursano.
«Non ho assistito al Consiglio in diretta - spiega - ma mi hanno ampiamente riferito e sono andato a sentirmi la registrazione, soprattutto le pesanti accuse di Claudio Castello nei confronti miei e di Andrea Fluttero, visto che ad un certo punto parla al plurale di coloro che sono andati a Roma...».
Come risponde?
«Certe frequentazioni lasciano il segno, e a Castello hanno lasciato lo stile, il linguaggio di tipo mafioso: insultare, dire e non dire ma far intendere, accusare e buttare fango».
Intende denunciarlo?
«Nella mia lunga vita pubblica non ho mai denunciato nessuno per fatti personali, semmai di denunce ne ho subite tre: due sono state archiviate, mentre la terza l’ha presentata proprio Castello e sto ancora aspettando da oltre due anni: mi auguro davvero di essere chiamato dalla Procura della Repubblica.
Ma questa volta, di fronte a chi dà del “pazzo” per ben tre volte, ad un suo predecessore, non mi rimane che una strada, anche perché c’è di più e di peggio».
Cosa intende?
«In quell’intervento, parlando di discarica ed ospedale Castello ha aggiunto “hanno contrattato. In 33 anni di presenza in Consiglio comunale e 16 anni di “frequentazione” della vita politico-amministrativa di Chivasso, quindi per un totale di 49 anni, non mi era mai successo di sentire simili gravissime accuse da parte di un sindaco nei confronti di suoi predecessori. Questo signore, credo proprio che abbisogni di urgenti cure. “Non riusciamo più a controllarlo. E’ un vero pericolo”, così si è espresso un suo strettissimo collaboratore in un incontro avvenuto poche ore dopo.
Ma è altrettanto grave che nessuno dai banchi della Giunta, in primis il suo vice Pasquale Centin , e dai banchi della maggioranza di sinistra, non si sia alzato qualcuno per tentare di fermarlo o di correggerlo».
Veniamo ai fatti.
«Castello afferma che io avrei contrattato la Discarica con l’area Chind e questa con l’Ospedale. Iniziamo dalla discarica. Il Consiglio comunale, con propria deliberazione del 22 maggio 1987, per non trovarsi due discariche (una comunale e una di Italrifiuti), decide di riservarsi in Convenzione una quota di 500 mila metri cubi per i rifiuti di Chivasso per i 30 anni successivi. Arrivarono rifiuti anche di altri Comuni e la volumetria messa a nostra disposizione fu presto esaurita. Waste Italia, subentrata a Italrifiuti, presenta la richiesta di quadruplicamento della discarica. Era il 31 maggio 1990. Noi ci opponiamo duramente, distribuiamo delle cartoline prestampate indirizzate alla Regione Piemonte che vengono sottoscritte da migliaia di concittadini, per opporci all’ampliamento. Alla data di convocazione della “Conferenza dei Servizi” in assessorato all’ambiente della Regione, ci presentiamo con l’intera Giunta e qualche consigliere, vengo anche menato da un dirigente, ma le nostre ragioni non vengono accolte e l’autorizzazione al quadruplicamento viene concessa. Sei mesi dopo mi dimetto da Sindaco».
Qual è stato il suo ruolo nell’ospedale di Chivasso?
«Nessuno. Sotto la presidenza di Salvatore Marasà, l’Usl39 ottiene dalla Regione Piemonte un finanziamento di 51 miliardi di vecchie lire per ristrutturare e ampliare l’ospedale civico. Siamo nel 1989. L’Usl presenta un primo progetto al Comune di Chivasso per la realizzazione della piastra servizi ed il Comune concede l’autorizzazione di conformità al Piano Regolatore. L’Usl, ottenuta l’autorizzazione, procede con le gare d’appalto. Su questo nell’autunno del 1992 vengo convocato come “Persona informata sui fatti” dal PM Vittorio Corsi. Risposi che il Comune e Usl sono due Istituzioni distinte e con propri organi e per tanto avrebbe dovuto rivolgersi ad altri.
La progettazione del secondo ampliamento, quello della nuova ala e del nuovo pronto soccorso - credo che Castello si riferisca a questo - è di parecchi anni dopo. Siamo tra la fine del secondo mandato Fluttero e quello di Bruno Matola. La viabilità connessa a questo ampliamento è databile alla fine del mandato Matola e la brevissima amministrazione De Mori , di cui Castello era vicesindaco e poi sindaco facente funzioni, e ancora quella di Libero Ciuffreda.
Dal 2011 al 2017 Claudio Castello era assessore ai lavori pubblici, quindi la viabilità era di sua totale competenza. Poi, è sindaco da 7 anni».
E in tutto questo, cosa c’entra il Polo Integrato di Sviluppo?
«Castello mi accusa di essere stato io l’artefice della mancata realizzazione del nuovo Ospedale nella Cascina Sant’Anna, ma ho appena dimostrato che quella fu una decisione autonoma dell’Asl perché i finanziamenti di quell’epoca non erano per la costruzione di nuovi Ospedali ma per il loro ampliamento o la loro ristrutturazione.
A lui ricordo che fu la Giunta di Francesco Lacelli, meritatamente, a controbilanciare le esose richieste da parte della FIAT alle aziende dell’indotto auto che intendevano o erano obbligate a trasferirsi nella ex Lancia. Ma siamo già nel 1995, quindi ben 8 anni dopo l’avvio della discarica.
Tutte queste cose, l’allora assessore al Bilancio e ora assessore al Pianificazione territoriale e vice sindaco, Pasquale Centin, le conosce molto bene, ecco perché mi sarei aspettato una parola di verità almeno da lui»
Secondo lei, cosa intendeva dire il sindaco Castello ripetendo per ben tre volte «contrattato»?
«E’ proprio qui che stanno le sue affermazioni più gravi. Dimostrato che non c’è alcun legame, se Castello è a conoscenza di mie contrattazioni per interessi personali avrebbe dovuto (e a questo punto dovrà), andare a spiegarle alla Magistratura. Anzi, mi aspetto che il suo assessore alla legalità e alla cultura, Gianluca Vitale, Maresciallo capo dell’Arma dei Carabinieri con funzioni di Polizia Giudiziaria a Torino, proceda lui stesso a segnalare alla Magistratura le affermazioni sentite nella seduta del Consiglio Comunale».