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Campo Pastore: il Comune sfratta il Chivasso Calcio

Clamoroso passo indietro e richiesta delle chiavi: dal sindaco Castello, «No comment»

Campo Pastore: il Comune sfratta il Chivasso Calcio
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Più che un fulmine a ciel sereno, quella di giovedì 30 maggio è stata una vera e propria «bomba» sganciata da Palazzo Santa Chiara sul mondo associazionistico chivassese.

Il Comune sfratta il Chivasso Calcio

La notizia, che gli stessi protagonisti hanno ricevuto dalla nostra testata, è la revoca al Chivasso Calcio della concessione del campo sportivo «Ettore Pastore» di viale Matteotti.
Per la società guidata dal neo presidente Emmanuele Serlenga è stata una doccia fredda, tanto che in una prima fase nel tempio del calcio chivassese hanno anche pensato ad un errore.
Invece, tutto vero, quattro paginette scritte in burocratese dalla dirigente del settore contratti che mettono alla porta chi, da due anni, aveva riportato in città il calcio vincendo un bando che aveva lasciato morti e feriti.

La premessa

Tutto inizia nel luglio del 2022 con l’affidamento al Chivasso Calcio della gestione (per dieci anni) del campo sportivo di frazione Montegiove. Due mesi dopo, l’ASD Chivasso Calcio comunica che, aa causa delle carenze strutturali e manutentive dell’impianto di Montegiove, non tecnicamente rilevabili nella loro completezza in fase di sopralluogo» i lavori di manutenzione necessari per l’avvio della stagione sportiva (e i tempi) erano superiori a quelli inizialmente previsti.

A questo punto, con una delibera, la Giunta guidata dal sindaco Claudio Castello ha concesso il Campo Pastore fino al 31 dicembre, con una proroga in via temporanea (fino al completamento degli interventi di ripristino del Campo Sportivo di Montegiove) non oltre la chiusura della stagione sportiva 2022/2023.
A seguire, nell’estate del 2023, il bando per la concessione del Pastore per dieci anni, bando a cui il Chivasso Calcio ha partecipato vincendo anche grazie all’affiancamento della ASD PROEUREKA.

La determina

«Nelle more del perfezionamento delle procedure di affidamento e di sottoscrizione del contratto - si legge nella determina - al fine di consentire l’adeguata programmazione delle attività sportive rivolte a squadre giovanili e ai bambini, e assicurare nel contempo la vigilanza all’impianto, evitando ammaloramenti della struttura e intrusioni vandaliche, in considerazione dell’assegnazione definitiva, alla medesima Società che di fatto utilizzava il Campo Pastore, l’ATI tra ASD Chivasso Calcio (mandataria) e ASD Proeureka (mandante) ha proseguito di fatto l’utilizzo della struttura».
L’11 agosto 2023 gli uffici chiedono di inviare, entro il 12 settembre (con sollecito il 10 ottobre), «dettagliato schema dei lavori indicati nell’offerta progettuale, con l’individuazione, distintamente per ciascun intervento, della data prevista di inizio e fine lavori, a prescindere dalle modalità di finanziamento utilizzate dalla RTI (bonus o risorse proprie)».
Da qui passiamo al 5 marzo 2024, con una mail «con la quale veniva, inoltre, richiesta la trasmissione dell’atto formale di costituzione dell’ATI e la polizza assicurativa di cui all’art. 21 della bozza di convenzione».
Nonostante numerosi solleciti, sia telefonici che con note a Protocollo, quei documenti però non sono mai arrivati, e di conseguenza Palazzo Santa Chiara non ha potuto far altro che procedere con la richiesta delle chiavi, contro cui il Chivasso Calcio potrà solo appellarsi al TAR o al Presidente della Repubblica.
Una decisione assolutamente legittima dal punto di vista formale, ma che avrà ripercussioni enormi sul mondo sportivo locale dato che salvo (improbabili) colpi di scena il Chivasso Calcio dovrà presto fare le valigie dal Pastore. Struttura che, a questo punto, per velocizzare i tempi potrebbe essere assegnata con affidamento diretto. A chi? A saperlo, anche se si «vocifera» l’interesse di una o più società.
Dal sindaco Claudio Castello nessun commento su una vicenda che senza dubbio renderà incandescente l’estate chivassese.

«Come uccidere una società»

Chivasso (bom) Presidente da ventiquattr’ore, Emmanuele Serlenga, nella vita avvocato, si è trovato a dover gestire la situazione peggiore nella breve vita dell’ASD Chivasso Calcio.
«Mi sono insediato nella notte tra martedì e mercoledì - racconta - giovedì mi è arrivata la prima Pec ed era la revoca del Pastore».
Venerdì, in redazione, Serlenga entra accompagnato da Ortensio Longo, dirigente, e Gianni Provera, che sta seguendo lo junior camp della «Milan Academy» in programma dal 23 al 27 giugno. Del direttivo fanno parte anche Andrea Bucci (vice presidente), Massimiliano Brescia e Giancarlo Giovine (direttore generale).
«La nostra - spiegano i dirigenti - è una realtà fatta di oltre 200 persone, tra giocatori e dirigenti, e che in questi due anni è diventata un assoluto punto di riferimento per il calcio (non solo di Chivasso) e per la cittadinanza. Abbiamo infatti partecipato alle varie iniziative organizzate sul territorio, siamo iscritti all’elenco delle associazioni e abbiamo affiancato diversi eventi nel corso di manifestazioni di rilievo. Senza dimenticare i progetti di inclusione attivi e da attivare.
Un’altra cosa fondamentale: paghiamo tutte le bollette e dal punto di vista economico non ci sono particolari criticità».
Eppure vi hanno revocato la concessione...
«Noi siamo pronti a iniziare i lavori e a firmare la convenzione. I ritardi di questi mesi sono legati alla riforma dello sport e ad avvicendamenti sociali, tanto che avevamo un appuntamento entro fine mese. E il 30 maggio ci hanno inviato una Pec».
Adesso cosa avete intenzione di fare?
«La nostra intenzione è quella di presentare una istanza in autotutela, inserendo quello che secondo noi deve valere, ovvero il concetto di interesse pubblico, affinché la concessione continui.
Nella peggiore delle ipotesi faremo ricorso al Tar, tutelandoci a livello legale».
Vi aspettavate una mossa del genere da parte del Comune?
«Assolutamente no. Abbiamo lavori programmati per luglio, con materiale già acquistato (o ordinato) per rifare l’ingresso, il cortile...»
Avete già contattato gli uffici di Palazzo Santa Chiara?
«Abbiamo un appuntamento fissato per il 10 giugno, ma vorremmo far arrivare prima la nostra istanza. E abbiamo scoperto che il Comune ha problemi anche con altre realtà sportive, sempre per problemi burocratici: evidentemente è difficile riuscire a lavorare con gli uffici...
Loro pensano che una associazione sia una holding con gente stipendiata, noi invece siamo volontari che ritagliano del tempo in modo assolutamente gratuito, senza nemmeno un rimborso spese».
Immagino che il danno sia notevole.
«Enorme, anche perché avevamo impostato una serie di cose per la scuola calcio, il settore giovanile, la prima squadra. Adesso queste notizie non ci porteranno del bene. E quando arrivano? Adesso che facciamo le iscrizioni la gente inizia a dire “levano il campo”. Un danno di immagine impossibile da calcolare. E poi ci sono accordi con allenatori, preparatori: non possiamo portare i bambini a Montegiove, non ci sono gli spazi necessari. Anche il progetto con il Milan, che figura facciamo? E ancora, tutti gli open day tra giugno e luglio e il Torneo dei Nocciolini organizzato con l’Ascom...
Come ammazzare una società».
Voi cosa avreste fatto?
«Da dirigente di un Ente Pubblico avremmo convocato la società, e solo a quel punto (se avesse risposto picche) saremmo intervenuti. Invece loro sono entrati direttamente a gamba tesa».
Eppure il Comune dice di avervi contattati più volte.
«Di errori possono anche esserne stati fatti, ma siamo volontari, non professionisti stipendiati, che partendo da zero abbiamo chiuso il Campionato in settima posizione, con un grande girone di ritorno.
Sarà difficile restare al Pastore...
«Cerchiamo di fare in modo di andare avanti: siamo una ASD che lavora per il sociale, e come detto riteniamo che ci sia un interesse pubblico.
Predicano tanto che servono luoghi sani e sicuri per i ragazzi, poi appena capita qualcosa ti segano le gambe.
Comunque, non abbiamo certo paura di partecipare a un altro bando».

Gli interessati al campo

Il punto di partenza è sempre il campo sportivo «Ettore Pastore» di viale Matteotti, tempio e cuore pulsante del calcio chivassese, quel mondo «biancorosso» che da più di cento anni ha segnato la storia della città tra alterne fortune.
Con la molto probabile uscita di scena dell’Asd Chivasso Calcio, il «Pastore» tornerà quindi sul mercato, e sono più di una le società interessate a subentrare.
La prima potrebbe essere l’Asd La Chivasso 1919 di Paolo Martino ed Enzo Del Giudice, che già nel luglio scorso avevano partecipato al bando per la concessione quinquennale poi vinto dal Chivasso Calcio.
Altro nome che sta circolando tra gli addetti ai lavori è quello della A.S.D. Academy Canavese di Verolengo, società giovane ma che ha già dimostrato di voler investire moltissimo sul settore giovanile e che proprio in questi giorni è subentrata alla vecchia dirigenza della Alicese Orizzonti ottenendo il diritto a partecipare al campionato di Promozione. Il campo di Chivasso potrebbe essere quindi più che appetibile per estendere ancora di più il settore giovanile.
Sempre che le due società, alla fine, non trovino un accordo...

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